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Ferrero: avanti su sostenibilità, cresce tracciabilità materie prime

Ferrero: avanti su sostenibilità, cresce tracciabilità materie primeMilano, 21 giu. (askanews) – Il gruppo Ferrero si è detto “sulla buona strada per raggiungere i principali obiettivi di sostenibilità”, presentando in una nota il 14esimo rapporto di sostenibilità, che evidenzia i passi compiuti durante l’esercizio 2021/22 nei quattro pilastri: protezione dell’ambiente, approvvigionamento sostenibile, promozione del consumo responsabile e valorizzazione delle persone.

“L’anno finanziario è stato particolarmente impegnativo: è scoppiata una guerra, le catene di approvvigionamento sono state interrotte, i costi dell’energia sono aumentati e l’inflazione è cresciuta insieme al costo delle materie prime – ha dichiarato nella nota Giovanni Ferrero, executive chairman del gruppo – Di fronte a queste sfide, Ferrero non solo è stata in grado di crescere, ma anche di compiere notevoli progressi in diversi dei nostri obiettivi di sostenibilità e, in alcuni casi, di superarli”. Nel 2021/22, il Ferrero farming values, il programma che mira a sviluppare filiere sostenibili per le principali materie prime utilizzate dal gruppo, ha contribuito a fornire coaching individuale al 32% dei coltivatori di cacao relativamente alle tecniche di pianificazione agricola e di business, mentre 155.000 coltivatori di cacao hanno preso parte a piani di formazione di gruppo. Ferrero, poi, ha raggiunto il 96% di tracciabilità del cacao acquistato a livello di azienda agricola. Inoltre, l’82% dei volumi di cacao totali proveniva da gruppi di agricoltori dedicati, supportati da Ferrero. Nell’approvvigionamento complessivo di nocciole, il gruppo di Alba ha raggiunto il 79% di tracciabilità, nonostante le complessità sistemiche della catena di approvvigionamento.

Tra gli altri obiettivi raggiunti, c’è il 92% dell’energia elettrica acquistata a livello globale proveniente da fonti certificate rinnovabili, rispetto all’84% dello scorso anno e il 100% dell’olio di palma certificato Rspo come segregato, con il 99,95% riconducibile a 146 mulini e 722 piantagioni. Il modello di segregazione, spiega l’azienda, garantirebbe la separazione dell’olio a partire dalle piantagioni e dalle aziende agricole e lungo tutta la catena di approvvigionamento. Il gruppo dolciario è stata una delle prime aziende globali ad acquistare olio di palma 100% certificato Rspo come segregato (dal 2015). Il rapporto inoltre riporta il completamento del piano quadriennale “Cocoa and forest initiative” che ha visto raggiungere la maggior parte degli obiettivi e inalcuni casi superarli. Ciò include il coinvolgimento di oltre 170.000 agricoltori ora parte del Ferrero cocoa program, di cui 161.000 (95%) monitorati con mappatura poligonale già dal 2021/22, superando l’obiettivo iniziale fissato a 153.000.

Per quanto riguarda la questione del rispetto dei diritti umani, Ferrero ricorda la pubblicazione del primo Rapporto sui diritti umani a fine del 2021. Il rapporto è incentrato su 10 dei problemi più rilevanti in questo ambito in tutte le catene del valore, indipendentemente dal prodotto o dall’area geografica. “Attraverso ciascuno dei quattro pilastri chiave del nostro framework di sostenibilità, il rapporto mostra che abbiamo compiuto notevoli progressi verso gli obiettivi che ci siamo prefissati – ha dichiarato Lapo Civiletti, chief executive officer del gruppo Ferrero – Nonostante un contesto economico e geopolitico difficile, il gruppo ha aumentato gli investimenti per continuare a garantire elevati livelli di qualità, freschezza e sicurezza in tutti i nostri prodotti, riducendo al contempo il nostro impatto ambientale”.