Financial Times: la Francia preoccupa gli economisti più dell’Italia
Financial Times: la Francia preoccupa gli economisti più dell’ItaliaRoma, 5 gen. (askanews) – Quasi la metà degli oltre 70 economisti coinvolti in un sondaggio del Financial Times ritiene che la Banca centrale europea sia in ritardo sui tagli dei tassi di interesse. Un altro 43% ritiene che si stia muovendo con le giuste tempistiche, mentre nessuno pensa che si sia mossa in anticipo sui tagli.
Un altro elemento di rilievo del sondaggio del quotidiano finanziario, è che ora la maggioranza degli economisti intervistati, il 58%, ritiene che le maggiori preoccupazioni tra i Paesi dell’area euro riguardino la Francia, mentre solo un 7% cita l’Italia. E in questo caso, rileva il Ft, si tratta di un drastico cambiamento rispetto a due anni fa, quando 9 economisti su 10 rispondevano a una domanda analoga indicando invece l’Italia.
L’analisi, pubblicata oggi nell’edizione online ma apparentemente lavorata in anticipo (il 2025 vine indicato come “il prossimo anno”) cita Karsten Junius, capo economista della banca Safra Sarasin, secondo cui il processo decisionale sui tagli dei tassi alla Bce risulta più lento di quello della Federal Reserve o della Banca Nazionale svizzera. L’economista critica la tendenza della presidente Christine Lagarde a cercare sempre il più ampio consenso nel direttorio, così come fanno diversi altri esponenti del Consiglio direttivo. Il Ft cita anche il capo economista di Unicredit, Eric Nielsen secondo cui la Bce aveva giustificato la sua aggressiva manovra di rialzi dei tassi con la necessità di tenere l’inflazione sotto controllo. Ma non appena i rischi di disancoraggio delle aspettative di inflazione sono svaniti, avrebbe dovuto tagliare i tassi in maniera più rapida possibile e non con passi graduali. Secondo Nielsen la linea monetaria della Bce resta restrittiva.
Ad ogni modo non tutti gli economisti ritengono che la BCE si sia mossa troppo lentamente, i Ft cita Willem Buiter, ex economista di City ora coonsulente indipendente, secondo cui al 3% i tassi di riferimento della Bce sono troppo bassi.