Findus: accordo integrativo di II livello per 320 dipendenti di Cisterna
Findus: accordo integrativo di II livello per 320 dipendenti di CisternaMilano, 19 dic. (askanews) – Findus, azienda nel settore surgelati del gruppo Nomad Foods, ha siglato un accordo integrativo di secondo livello con i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil esteso a tutti i 320 dipendenti del sito produttivo di Cisterna di Latina a partire da gennaio 2024.
Lo stabilimento di Cisterna, nel cuore dell’agro pontino, è attivo dal 1964. Con 20 linee di produzione, è qui che viene prodotto l’83% dei volumi Findus, inclusi prodotti come i bastoncini di Capitan Findus. Le iniziative di welfare che Findus porterà avanti nel prossimo biennio vanno dal supporto ai genitori, ai quali vengono riconosciuti permessi retribuiti per visite pediatriche, inserimento all’asilo e per malattia dei figli da 0-14 anni, alla distribuzione gratuita di assorbenti igienici al personale femminile. Saranno promosse e attivate Campagne di prevenzione con le quali sensibilizzare sul benessere psico-fisico e la salute di lavoratrici e lavoratori. Inoltre, al fine di realizzare un momento di confronto su tematiche afferenti “la salute e la sicurezza”, tutti i dipendenti e le loro famiglie potranno partecipare alla Giornata annuale della sicurezza, avvalendosi anche del supporto di professionalità esterne.
“In un sito produttivo come quello di Cisterna è fondamentale che si diffonda una cultura del welfare aziendale e del benessere personale – spiega Nicandro Iannacone, SU HR Manager Southern Europe – Ci siamo chiesti cosa potevamo fare di più per le nostre Persone e abbiamo scelto di intervenire negli ambiti per loro più rilevanti. Grazie alla collaborazione con le sigle sindacali e alla sottoscrizione di questo accordo, l’azienda ha cercato di soddisfare nel miglior modo richieste e bisogni di oltre 320 lavoratrici e lavoratori”. Altre importanti novità sono la quota di iscrizione al fondo di assistenza sanitaria a carico dell’azienda per i componenti del nucleo familiare, la possibilità di convertire il PdR detassabile in welfare aziendale, con integrazione dell’azienda di un ulteriore 20% dell’importo convertito.