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Fipe: bene Ue su responsabilità piattaforme recensioni false

Fipe: bene Ue su responsabilità piattaforme recensioni falseRoma, 3 lug. (askanews) – “E’ fondamentale che le piattaforme indichino se e in che modo garantiscono che le recensioni provengono da consumatori che abbiano effettivamente usufruito del servizio, e che le imprese possano accedere agilmente alla gestione dei reclami, secondo quanto stabilito dai Regolamenti UE 2019/1150 e 2022/2065”. Roberto Calugi, direttore generale di FIPE-Confcommercio, in una nota esprime apprezzamento per la risposta del Commissario europeo per la giustizia Didier Reynders all’interrogazione parlamentare avanzata dall’eurodeputato Paolo Borchia, che ribadisce la responsabilità delle piattaforme di recensioni online di adottare le misure necessarie per contrastare la pubblicazione di commenti falsi.



Le piattaforme che ricevono una segnalazione riguardo una recensione sospetta sono dunque tenute a comunicare tempestivamente all’impresa le misure che intendono adottare. La Federazione ha in più occasioni evidenziato che le recensioni ingannevoli rappresentano un elemento di crescente criticità non solo in danno dei consumatori, ma ha anche conseguenze negative dirette sulle imprese in termini reputazionali ed economici, se si pensa che le recensioni in generale hanno un impatto che può arrivare anche fino al 30% sul fatturato, alterando le corrette dinamiche di concorrenza. Secondo una rilevazione condotta da FIPE, infatti, il 65% dei consumatori legge le recensioni prima di scegliere un locale: di questi, il 66% le ritiene decisive per la scelta del locale dove recarsi. Se poi si considera che l’82,8% dei ristoratori ritiene le recensioni molto-abbastanza importanti, si comprende facilmente perché questi sono esposti ai ricatti di chi vuole vendere recensioni false (siti di recensioni).


“Risulta decisivo – conclude Calugi – che le modalità per presentare la segnalazione vengano indicate con chiarezza e siano facilmente accessibili alle imprese: criteri che, secondo una prima analisi condotta da Fipe, non si riscontrano nei siti delle principali piattaforme”.