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Fontina Dop, piano controlli per rilanciare filiera certificata

Fontina Dop, piano controlli per rilanciare filiera certificataRoma, 19 lug. (askanews) – Csqa torna come organismo di controllo della Fontina Dop. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (Icqrf) dei prodotti agroalimentari del ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste ha pubblicato l’approvazione del piano dei controlli sul formaggio tipico Valdostano Fontina Dop.

A svolgere l’incarico di controllo e certificazione, sotto la vigilanza del Masaf, torna Csqa, organismo che per quasi vent’anni ha lavorato sul fronte della certificazione e valorizzazione del formaggio valdostano. “Dopo tre anni, per scelta unanime del rinnovato Consiglio di Amministrazione, torna Csqa come organismo di controllo – sottolinea Andrea Barmaz, presidente del Consorzio Produttori e Tutela della Fontina DOP – in concomitanza della richiesta di modifica del disciplinare di produzione cui seguirà il nuovo piano dei controlli”.

Fortemente legata alle specificità della montagna e alla produzione negli alpeggi, la Fontina Dop può contare oggi su una filiera composta da 700 allevamenti, 200 alpeggi e 162 produttori associati, con una produzione di 400.000 forme all’anno, di cui un 10% destinato all’export, per un valore alla produzione pari a 34 milioni di euro. Ad oggi la Valle d’Aosta conta 5 prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP. Un patrimonio, secondo i dati del Rapporto Ismea-Qualivita 2021, da 52 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 72 % e quello vitivinicolo per il 28%. Tra gli elementi più rilevanti del nuovo piano dei controlli, rende noto Csqa, che sarà applicato a tutti i soggetti della filiera, trova spazio un sistema di comunicazioni ad hoc necessario per coordinare tutte le attività della filiera, tra cui la raccolta delle notifiche degli alpeggi, la gestione delle autorizzazioni di conformità del prodotto e le attività di verifica della marchiatura delle forme.

Sul fronte della reperibilità del fieno valdostano, sarà impostato un sistema per monitorare le disponibilità aziendali, mentre per le imprese di alpeggio, sarà implementata una gestione specifica e capillare legata alle distanze degli operatori localizzati a grandi altitudini, anche fino a 2.000 metri.