Francia, pensioni, sindacati puntano a oltre 2 milioni in piazza
Francia, pensioni, sindacati puntano a oltre 2 milioni in piazzaRoma, 7 mar. (askanews) – Nel giorno dell’atteso braccio di ferro col governo sulla riforma delle pensioni, i vertici dei principali sindacati francesi hanno indicato di aspettarsi “più di due milioni” di manifestanti in piazza per questo sesto giorno di mobilitazione che segna l’inizio di una “nuova fase” del movimento sociale.
L’obiettivo si può riassumere in due parole: “Francia ferma”. Con manifestazioni “storiche”, scioperi rinnovabili, ma anche rotonde occupate o spettacoli cancellati, i sindacati sperano ancora di far fare marcia indietro all’esecutivo e di giocare il tutto per tutto a pochi giorni da una probabile adozione della riforma in Senato.
“Non dobbiamo rassegnarci, è possibile far arretrare il governo a 64 anni”, ha lanciato il boss del CFDT Laurent Berger, che spera di battere il record del 31 gennaio (2,5 milioni di partecipanti secondo gli organizzatori, 1,27 milioni secondo alle autorità). Alle 13, il leader del sindacato CFDT saluta già una “mobilitazione storica” contro la riforma delle pensioni.
Una Francia ferma, “fa ovviamente male ai nostri concittadini”, e “i primi penalizzati, quando abbiamo gli scioperi, sono i francesi più modesti”, ha criticato lunedì sera il premier Élisabeth Borne, difendendo su France 5 una riforma che garantirà la sostenibilità di “uno dei pilastri del nostro modello sociale”.
L’esecutivo, che finora ha subito le prime ondate su larga scala contro il disegno di legge sulle pensioni, si aspetta questo martedì 7 marzo un’ondata di rabbia in tutto il Paese. Secondo le previsioni portate all’attenzione di Le Figaro, gli analisti di Place Beauvau stimano che tra 1 e 1,4 milioni di persone dovrebbero scendere in piazza in Francia. Vale a dire un livello di protesta che potrebbe superare il picco registrato nell’autunno del 2010, al culmine della rivolta contro la legge Woerth che difendeva il passaggio dell’età legale di partenza da 60 a 62 anni.
A Reims i manifestanti hanno risposto con 7.500 persone in strada, molto di più rispetto al 31 gennaio (6.000). Record battuto a Nantes (30.000) a Niort con 10.000 manifestanti a Deux-Sèvres, a Bayonne (13.000) e Pau (15.500) nei Pirenei Atlantici, ma anche a Romorantin-Lanthenais e Vendôme nel Loir-et-Cher, in Guéret nella Creuse, a Nyons nella Drôme, a Quimperlé nel Finistère, a Dreux nell’Eure-et-Loir, ad Auch nel Gers, ad Arles nelle Bouches-du-Rhône, a Dieppe nella Seine-Maritime, a Draguignan nel Var.
Alle 14:30, secondo i dati forniti dalle varie prefetture, i manifestanti erano circa 483.000 contro i 460.000 del 31 gennaio, ovvero il 5% in più di persone nelle strade della Francia.