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Giappone, clienti negozi troppo scorbutici: Tokyo corre ai ripari

| Redazione StudioNews |

Giappone, clienti negozi troppo scorbutici: Tokyo corre ai ripariRoma, 13 ott. (askanews) – Tokyo si appresta a emanare un’ordinanza per cercare di frenare il fenomeno dei comportamenti bruschi e sempre più aggressivi dei clienti nei confronti di negozianti, commessi e camerieri. Una realtà che ha perfino uno specifico nome in giapponese, sotto l’abbreviazione “kasu-hara” e che secondo il Financial Times si è acuita negli negli ultimissimi anni di inflazione, un brusco cambiamento rispetto ai lungi anni di dinamica dei prezzi ferma o sottozero.



Le nuove regole nella prefettura di Tokyo entreranno in vigore il prossimo aprile, non prevedono sanzioni specifiche ma cercano di fare leva su una sorta di persuasione morale, per mettere fine a comportamenti che potrebbero apparire inconsueti a osservatori stranieri. Nei negozio o nei ristoranti dell’Arcipelago, il più delle volte i clienti non ringraziano il personale, peraltro rivolgono le loro richieste con toni perentori. Ma da quanto c’è l’inflazione la situazione è peggiorata. I media giapponesi hanno riferito un crescente numero incidenti a danni di commessi e camerieri, da urla e minacce a veri e propri abusi da parte di consumatori che se fino a poco fa venivano trattati con tutti i riguardi, a livello di prezzi, ora si sentono “traditi” da una crescita dei listini alla quale erano totalmente disabituati.


Lo scorso giugno un sindacato che rappresenta diverse categorie coinvolte in questi problematiche, la Ua Zensen ha riferito che quasi la metà dei suoi 33.000 iscritti hanno subito episodi di kasu-hara negli ultimi due anni. Il fenomeno riguarda anche le società di forniture di elettricità e servizi domestici così come le compagnie di trasporti. Al punto che alcune di queste ultime hanno perfino introdotto dei pulsanti di emergenza per il kasu-hara, con cui i lavoratori possono avviare registrazioni da parte di telecamere di sorveglianza.


Secondo il quotidiano resta da vedere se l’iniziativa di Tokyo, la prima di questo genere in Giappone, sortirà qualche effetto, dato che appunto non sono previste sanzioni o pene specifiche. E anche perché il regolamento non sembra fornire una definizione specifica di questa materia.