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Giappone: Ishiba confermato premier, ma guiderà governo di minoranza

| Redazione StudioNews |

Giappone: Ishiba confermato premier, ma guiderà governo di minoranzaRoma, 11 nov. (askanews) – Shigeru Ishiba è riuscito oggi a ottenere la nomina parlamentare a 103mo primo ministro del Giappone, ma il difficile viene ora: governare con un esecutivo di minoranza.



Dopo la pesante flessione elettorale del 27 ottobre, infatti, la coalizione formata dal suo Partito liberaldemocratico (Jiminto) e dal più piccolo partito buddista d’ispirazione Soka Gakkai Komeito ha perso la maggiorazna assoluta alla Camera dei Rappresentanti, il più importante dei due rami della Dieta nipponica. “Sono stato nominato 103mo primo ministro. Nel duro ambiente interno ed esterno, cercherò di fare del mio meglio per il popolo”, ha scritto su X il premier dopo il voto.


La fragilità della posizione del premier è stata plasticamente mostrata nelle elezioni per la sua nomina oggi. Mentre alla Camera dei consiglieri Ishiba è stato eletto al primo turno, alla Camera dei rappresentanti è dovuto andare al ballottaggio contro Yoshihiko Noda, il leader del Partito costituzionale democratico del Giappone ed ex primo ministro. Ishiba nel ballottaggio ha ottenuto 221 voti su 465 totali, rispetto ai 160 di Noda. I partiti minori hanno votato tutti per i loro leader, annullando così le loro schede (ma facendo in modo di verificare l’inesistenza di defezioni a favore di uno o l’altro dei candidati).


E’ la prima volta in 30 anni che un primo ministro viene eletto col ballottaggio. L’ultima era stata nel 1994, con la nomina dell’unico primo ministro socialista della storia nipponica, Tomiichi Murayama, che per due anni fu a capo di governo di larga coalizione con dentro anche i liberaldemocratici in un momento molto particolare della politica nipponica. L’esito elettorale, confermato dalle urne della Dieta di oggi, segnala una difficoltà del governo non solo nel portare avanti una serie di riforme di ampio respiro che ha nel suo programma – a partire dalla riforma della Costituzione e in particolare dell’articolo 9 che vieta al Giappone di avere forze armate – ma anche di svolgere in tranquillità la sua normale operatività, a partire dalla definizione dei budget.


Il premier dovrebbe annunciare i ministri del nuovo gabinetto nel corso della giornata e, sempre oggi, andare dal’Imperatore Naruhito per ricevere la nomina. Nel sistema giapponese l’Imperatore non ha alcuna voce in capitolo nelle decisioni politiche, per cui si tratta di una semplice formalità. Ishiba è stato eletto presidente del Jiminto a fine settembre e primo ministro il primo ottobre. Successivamente ha sciolto la camera bassa, convocando elezioni generali per ottenere un mandato popolare, anche alla luce del fatto che il suo partito è stato investito negli ultimi mesi da scandali relativi all’utilizzo di fondi irregolari. Il premier, in qualche modo, sperava che la novità del cambio di leadership da Fumio Kishida a lui, avesse rivitalizzato il partito. Ma la sua strategia è fallita: il Partito costituzionale democratico e il Partito democratico per il popolo hanno ottenuto un’avanzata importante nei consensi. I liberaldemocratici e i loro partner minori Komeito, se vorranno quindi governare, dovranno trovare convergenze all’interno della Camera bassa, dove si decidono le politiche chiave. Un elemento su cui potrebbero far leva è il Partito democratico per il popolo, che ha ottenuto 28 seggi e che è rivale del principale partito d’opposizione, il Partito costituzionale democratico. Ma Ishiba dovrà tenere aperta anche una porta a quest’ultimo. Oggi, prima del voto, Ishiba ha incontrato Noda e il leader del Partito democratico per il popolo, Yuichiro Tamaki – che peraltro in giornata ha dovuto ammettere un affaire extraconiugale che lo sta mettendo in imbarazzo – per chiedere loro un’opposizione costruttiva, in particolare rispetto alle riforme. “La cosa importante è come garantire la pace nel paese e migliorare la vita delle persone” ha detto il primo ministro, parlando dopo coi giornalisti. “Penso – ha aggiunto – di essere riuscito a condividere questo pensiero con i membri del DPFP e del CDP”. Ma questo lo si capirà soltanto nel prosieguo della legislatura.