Giappone, Kishida nella bufera per commenti contro matrimonio gay
Giappone, Kishida nella bufera per commenti contro matrimonio gayRoma, 2 mar. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida è finito nel mirino delle critiche per aver affermato di non vedere un atteggiamento discriminatorio nella normativa nipponica che tuttora impedisce il matrimonio gay. Lo riferisce oggi la BBC.
Kishida, esponente del Partito liberaldemocratico di orientamento conservatore, si trova ad affrontare un clima sempre più favorevole nel paese al riconoscimento dei diritti per la comunità LGBTQ.
Quando gli è stato chiesto da un parlamentare dell’opposizione se la legge vigente nel paese costituisse una discriminazione, martedì il premier ha risposto: “Non credo che vietare alle coppie dello stesso sesso di sposarsi sia una discriminazione ingiusta da parte dello Stato”.
Ieri, poi, ha insistito che il divieto di matrimonio omosessuale “non è incostituzionale” e che la sua posizione non dovrebbe essere vista come una forma di discriminazione.
I gruppi LGBTQ giapponesi hanno accusato Kishida di fare marcia indietro sugli impegni presi da lui stesso recentemente. Il mese scorso il capo di governo ha tenuto un incontro con gli attivisti LGBTQ, dopo aver silurato il suo segretario esecutivo Masayoshi Arai, il quale aveva in precedenza affermato di non “voler nemmeno guardare” alle minoranze sessuali, provocando dure prese di posizione da parte della comunità LGBTQ. Ha nominato un assistente speciale per le questioni relativa ai diritti civili e ha anche affermato che il suo partito prenderà in considerazione un nuovo disegno di legge.
Gli attivisti LGBTQ hanno anche affermato che Kishida è in errore quando sostiene che il divieto di matrimonio omosessuale non incostituzionale, citando almeno due sentenze di tribunali giapponesi in quel senso.
Un recente sondaggio mostra che due terzi degli elettori sono favorevoli a rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nel novembre 2022, un tribunale di Tokyo ha confermato il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma ha affermato che la negazione delle tutele legali alle coppie dello stesso sesso è discriminatoria. Gli attivisti per i diritti hanno salutato la sentenza come una vittoria per aver sollevato la necessità di modificare le leggi vigenti.
L’unico paese dell’Asia che ha pienamente riconosciuto il matrimonio LGBTQ è Taiwan.