Roma, 29 mar. (askanews) – E se il monte Fuji dovesse eruttare? Perché, al di là del suo affascinante aspetto, il perfetto cono vulcanico simbolo del Giappone è pur sempre un vulcano attivo. Tra l’altro, sono passati solo poco più di 300 anni dall’ultima disastrosa eruzione e, da allora, l’area che potrebbe venir colpita è diventata una delle più abitate al mondo. Così il governo nipponico ha deciso di mettere a punto un nuovo piano d’evacuazione.
La novità più importante del nuovo piano è la richiesta ai cittadini di non lasciare l’area di massimo rischio, all’ordine di fuga, con le automobili, come previsto dall’ormai datato vecchio piano, ma a piedi. Questo per evitare la congestione delle strade. Anche perché la “zona rossa” di evacuazione totale e immediata include le prefetture (province e aree metropolitane) di Yamanashi, Shizuoka e Kanagawa, per un totale di 800mila residenti sparsi in 27 comuni. Inoltre, la commissione creata ad hoc nel 2021 per rivedere il vecchio piano d’evacuazione risalente al 2015 ha deciso di imporre la fuga dei turisti quando il rischio di eruzione del Fuji sia ancora a un livello precedente rispetto a quello che farà scattare l’evacuazione dei residenti. Questo per evitare che si possano creare ulteriore confusione e ritardi nella fuga. Secondo i nuovi criteri, avendo come base cinque livelli di allerta vulcanica, i turisti – compresi i trekker e scalatori – dovranno avviare l’evacuazione via auto o treno alla dichiarazione di un allarme di Livello 1 ed entro il Livello 3. Oltre quel livello nessuno potrà più avvicinarsi al vulcano.
L’agenzia meteorologica e geofisica nazionale giapponese Kishocho, tra l’altro, ha effettuato nel 2021 un importante aggiornamento della mappa di rischio del vulcano per supportare l’elaborazione di questo piano. E’ stato il primo aggiornamento di questo strumento, che rappresenta in maniera grafica l’area di espansione stimata della lava, in 17 anni. Il nuovo piano, inoltre, valuta che la caduta di cenere vulcanica sarà copiosa anche in un’ampia area della megalopoli di Tokyo. Stimando una caduta di 2 cm e più di cenere come pericolosa per lo svolgimento delle funzioni urbane, il piano vede interessata ad attività di reazione all’eruzione a Tokyo qualcosa come 8,85 milioni di residenti.
Una particolare attenzione è dedicata nel piano agli anziani, alle persone in sedia a rotelle e, in generale, a coloro che possono avere delle difficoltà oggettive nell’evacuazione. A essi verrà richiesto di lasciare l’area allo scattare dell’allerta di Livello 4, quando ormai i turisti saranno tutti fuori, e saranno assistiti. Le scuole e gli asili chiuderanno i battenti al Livello 3 e i bambini passeranno sotto il controllo di genitori e tutori. In generale, i residenti nella zona rossa non interessati da cadute piroclastiche/esplosioni e situati in un’area in cui l’arrivo della lava è stimato entro tre ore, dovranno andar via a piedi immediatamente all’inizio dell’eruzione. Il Kishocho valuta che la velocità della lava sia più o meno quella di un pedone che cammini in un’area urbana. Ovviamente, però, chi vuole lasciare l’area preventivamente con le auto e altri mezzi, ai livelli precedenti come i turisti, potrà farlo.
Il monte Fuji – Fuji-san per i giapponesi – non erutta da oltre trecento anni. L’ultima eruzione fu innescata da un terremoto nel 1707. Dal 781 d.C. sono state censite dalle fonti storiche 16 eruzioni del vulcano. Dopo il devastante terremoto-tsunami del Giappone nord-orientale, che provocò quasi 20mila morti e fu la causa dell’incidente nucleare di Fukushima, gli esperti hanno messo sotto controllo stringente il vulcano, scoprendo che la sua pressione interna è cresciuta fino a 1,6 megapascal. Questo ha provocato alcune speculazioni sul rischio che possa avvicinarsi un’eruzione.