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Giappone, parlamento dà via libera a controversa legge su rifugiati

Giappone, parlamento dà via libera a controversa legge su rifugiatiRoma, 9 giu. (askanews) – La Dieta, il parlamento giapponese, ha detto oggi sì alla nuova, controversa legge sul diritto di asilo, che faciliterà l’iter per l’espulsione di persone che hanno più volte chiesto lo status di rifugiato, creando una situazione che – secondo i critici – metterà i migranti a rischio di persecuzioni nei loro paesi d’origine.

Durante la discussione e il voto, fuori dall’edificio della Dieta, manifestanti si sono riuniti per protestare contro la normativa e a favore dei richiedenti asilo. La nuova normativa modifica in tre punti la precedente Legge sull’immigrazione nipponica.

I QUASI-RIFUGIATI In primo luogo, crea un quadro per accettare come “quasi rifugiati” i profughi in fuga da conflitti come la guerra in Ucraina. Il Giappone attualmente riconosce come rifugiati solo le persone che subiscono persecuzioni per “razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica”. Le persone che fuggono dal conflitto finiscono spesso per non ottenere asilo.

Con l’invasione russa dell’Ucraina, il Giappone ha preso atto di avere questo buco normativo, che fino a quel momento non era stato affrontato. Il Giappone ha accettato circa 2.400 persone, per lo più ucraini, come “sfollati”, concedendo loro temporaneamente lo status di residenti. L’emendamento consentirebbe ai questi “quasi-rifugiati” di ottenere lo status di residente, di lavorare e di ricevere pensioni nazionali. I quasi-rifugiati dovrebbero inoltre affrontare meno ostacoli per ottenere lo status di residente permanente. ESPULSIONI PIU’ FACILI

La nuova normativa, inolte, consentirà alle autorità di espellere le persone che abbiano ricevuto dinieghi allo status di rifugiato per tre volte. Al momento, i cittadini stranieri sottoposti a procedura per ottenere lo stato di rifugiato non possono essere espulsi indipendentemente dal numero di volte che hanno presentato domanda, dal motivo della domanda o dalla fedina penale. Il numero di persone che richiedono il riconoscimento come rifugiati è aumentato negli ultimi anni e le autorità affermano che alcune persone stanno abusando della legge per evitare l’espulsione e rimanere in Giappone illegalmente. I sostenitori dei diritti dei richiedenti asilo sono preoccupati che questa limitazione porti a espulsioni troppo alla leggera di persone che potrebbero rischiare la persecuzione nei loro paesi d’origine e hanno sottolineato come sia accaduto che richiedenti asilo si siano visti riconoscere lo status anche dopo tre richieste respinte. CENTRI DI DETENZIONE In Giappone gli stranieri che sono sotto procedura di espulsione devono restare in centri di detenzione. Ma con la nuova normativa potranno essere autoritzzati a vivere fuori da questi centri, sulla base di condizione. Inoltre i detenuti saranno sottoposti a revisioni periodiche per decidere se trattenerli o meno. LA SITUAZIONE Il Giappone nel centro del mirino per la sua rigidità nel concedere lo status di rifugiato. Nel 2022 ha riconosciuto soltanto 202 persone come rifugiati su 3,700 domande ricevute: si tratta di un record negativo nel G7. Sono 4.233 i richiedenti asilo che, alla fine del 2022, avevano attiva una procedura dopo aver rifiutato un’espulsione, secondo i servizi per l’immigrazione nipponici. Secondo l’Associazione giapponese per i rifugiati, i criteri per la concessione dello status sono troppo restrittivi. Per esempio, ai curdi di passaporto turco viene concesso lo status di rifugiato in molti paesi, ma finora solo uno dei circa 2.000 richiedenti asilo provenienti dalla Turchia ha ottenuto il riconoscimento in Giappone. LE PROTESTE Il governo giapponese ha tentato di emendare la sua legge sui rifugiati già due anni fa, ma la proposta è stata scartata sull’onda delle proteste in seguito all’oscura morte di una donna dello Sri Lanka, che aveva trascorso più di sei mesi in un centro di detenzione per immigrati. Nuovamente, negli ultimi mesi, il dissenso si è acuito. Il Partito Democratico Costituzionale, formazione all’opposizione, ha presentato martedì una mozione di censura contro il ministro della giustizia nel tentativo di ritardare l’approvazione del disegno di legge, e giovedì il parlamento ha assistito a una colluttazione quando si è cercato di impedire fisicamente che il disegno di legge passasse in commissione. Esperti del Consiglio per i diritti umani, un organismo intergovernativo all’interno del sistema delle Nazioni Unite, hanno inviato una lettera al governo giapponese ad aprile affermando che le disposizioni proposte “non soddisfano gli standard internazionali sui diritti umani” e sollecitando Tokyo a “rivedere a fondo” il disegno di legge di modifica . Sottoporre i richiedenti asilo all’espulsione, anche condizionale, “mina il diritto internazionale sui diritti umani e il principio di non respingimento”, che vieta a un paese che accoglie i richiedenti asilo di riportarli in un luogo in cui sarebbero a rischio di tortura o maltrattamenti. Gli esperti hanno anche affermato che il disegno di legge continua a presumere la detenzione per coloro che non hanno lo status di residente. Ciò è in contrasto con un trattato internazionale sui diritti umani ratificato dal Giappone, che afferma che la detenzione dovrebbe essere “una misura di ultima istanza”. Il disegno di legge non stabilisce un periodo massimo di detenzione e non consente un “riesame giudiziario periodico” della detenzione in corso. Manca inoltre un’esenzione dalla detenzione per i minori. Il ministro della Giustizia Ken Saito ha liquidato la lettera come “non giuridicamente vincolante” e ha protestato per quelle che ha definito opinioni “annunciate unilateralmente senza ascoltare le opinioni del governo giapponese”. Il governo “chiarirà i punti sulla base di idee sbagliate e fornirà spiegazioni dettagliate in modo che il contenuto del disegno di legge rivisto e la sua adeguatezza possano essere pienamente compresi”.