Giornata Salute mentale: LIRH: attenzione a malattie neurodegenerative
Giornata Salute mentale: LIRH: attenzione a malattie neurodegenerativeRoma, 10 ott. (askanews) – “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i disturbi mentali rappresentano una delle maggiori sfide per la sanità pubblica in Europa in termini di prevalenza, carico della malattia e disabilità, giacché colpiscono oltre un terzo della popolazione ogni anno. In tutti i Paesi, inoltre, i problemi di salute mentale hanno una prevalenza di gran lunga maggiore tra i soggetti più svantaggiati. La giornata dedicata alla Salute Mentale sollecita una doverosa considerazione sull’inadeguatezza delle organizzazioni territoriali deputate all’assistenza rivolta alle fragilità di chi soffre di disagi legati a malattie neurodegenerative”. Lo scrive in una nota la Fondazione LIRH, Lega italiana Ricerca di Huntington nella giornata mondiale della salute mentale.
“Quasi tutte le malattie neurodegenerative, da quelle più note come la malattia di Alzheimer o a quelle più rare come i cosiddetti parkinsonismi più o meno atipici – prosegue la nota – sono anticipati da prodromi legati a disagi di tipo comportamentale. A questo punto lo scenario che si apre è il seguente: se c’è il sospetto di una malattia neurodegenerativa, allora se ne deve occupare il neurologo. Se però il neurologo coglie l’aspetto psichiatrico, deve occuparsene lo psichiatrica. Un ping-pong che, nel frattempo, lascia le persone con disagio mentale prive di qualsiasi assenza, nonostante il servizio sanitario universalistico dovrebbe garantire loro un supporto psicologico, sociale e medico gratuito e territoriale. L’esempio più emblematico è quello della malattia di Huntington che, rispetto a tutte le altre, è riconoscibile con un test genetico anche quando le manifestazioni cliniche non sono evidenti. Ha la più alta frequenza di suicidi tra tutte le patologie umane, può essere associata ad una grave difficoltà del controllo delle emozioni, può produrre cambiamenti repentini nella personalità di un individuo trasformandolo da persona mite ad irascibile o aggressiva. Se, allora, emerge la necessità che persone in questa condizione si rivolgano ai servizi territoriali di salute mentale, la cosa che più frequentemente accade è una generale e costante sottovalutazione di tale condizione, che non viene riconosciuta. E non serve nemmeno ‘sventolare’ un risultato positivo di un test genetico a dimostrazione di una predisposizione verso una grave malattia ereditaria, perchè non viene compreso. “La conseguenza – afferma Ferdinando Squitieri, Direttore Scientifico del Centro Malattie Neurologiche Rare della Fondazione Lega Italiana Ricerca Huntington di Roma – può essere, nella migliore delle condizioni, una reazione aggressiva e antisociale col rigetto dell’assistenza e delle terapie necessarie. Nel suo aspetto peggiore, il profondo senso di inadeguatezza di chi vive esperienze simili può, nella mia esperienza, generare reazioni anche violente, come nel caso di omicidi/suicidi che raggiungono solo in parte la comunicazione mediatica”.
“La giornata – conclude LIRH – è appropriata per sollevare un grido di allarme alle Istituzioni affinché il diritto alla salute, anche mentale, sia effettivamente riconosciuto, realmente esigibile e supportato da un’organizzazione territoriale efficace, facendosi in questo aiutare, oltre che dagli specialisti, anche dalle organizzazioni del terzo settore con esperienza su questi temi”.