Giustizia, M5s: Nordio deve dimettersi,ha superato ogni limite
Giustizia, M5s: Nordio deve dimettersi,ha superato ogni limiteRoma, 19 ott. (askanews) – “Il ministro Nordio ha superato ogni limite, il suo comportamento è una vergogna per tutta Italia e per questo deve lasciare il suo incarico per manifesta incompatibilità con il funzionamento delle nostre istituzioni.Lo affermano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.
“Non è la prima volta – denunciano i parlmentari pentastellati- che il ministro della Giustizia dimostra di ignorare i più basilari rudimenti dell’ordinamento italiano ed europeo. Il governo di cui fa parte risponde al popolo nei limiti stabiliti dal diritto nazionale e europeo; i giudici, visto che forse lui non lo sa nonostante tanti anni trascorsi con la toga, rispondono alla Costituzione italiana, almeno finché il governo di Meloni e Nordio non la stravolge. Si tratta della stessa Costituzione su cui Nordio ha giurato e che invece calpesta ogni giorno. Peraltro, il ministro se la prende furbescamente con i giudici italiani, pur sapendo che è innanzitutto un pronunciamento della Corte di Giustizia Ue a smantellare la propaganda del governo Meloni. Anche se nelle sue dichiarazioni alla stampa il ministro ha detto di aver letto la sentenza ma facendo riferimento alla Cedu, istituzione ben diversa dalla Corte di Giustizia dell’UE”. “Speriamo – concludono- si tratti solo di un lapsus e che non abbia letto la sentenza sbagliata. In ogni caso, il comportamento di Meloni e Nordio dimostra come quelli del governo siano solo falli di reazione di chi pensa di agire esclusivamente tramite slogan e poi va a sbattere contro la realtà e il diritto. Il comportamento di Nordio rappresenta benissimo quella deriva autoritaria del governo che vuole impedire ai giudici di esercitare la giurisdizione secondo legge e vuole togliere loro l’indipendenza, tanto da reclamare la supremazia della politica sul potere giudiziario”.