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Grande tensione in Sudcorea in attesa del verdetto destituzione Yoon

Grande tensione in Sudcorea in attesa del verdetto destituzione YoonRoma, 14 mar. (askanews) – La Corea del Sud è con il fiato sospeso, nell’attesa di capire quale sarà lo sbocco politico della lunga e pesante crisi politica che l’attanaglia, il tutto mentre il mondo attorno corre a folle velocità e richiede decisioni politiche rapide e autorevoli. Il paese attende a giorni il verdetto della Corte costituzionale che deciderà se confermare la destituzione del presidente sospeso Yoon Suk-yeol e le strade sono spesso teatro di grandi manifestazioni di piazza pro e contro.



La Corte Costituzionale ha tenuto l’udienza finale e, secondo le previsioni basate sui precedenti, ci si attendeva un verdetto entro due settimane. Ma a oggi non è stata ancora annunciata una data. Yoon è stato sottoposto dall’Assemblea nazionale a procedura d’impeachment in seguito alla sua decisione di proclamare il 3 dicembre la legge marziale, rovesciata poche ore dopo da un voto parlamentare. Il presidente è stato in seguito sottoposto a procedura d’impeachment, con voto parlamentare, ed è stato arrestato in base a un’inchiesta per abuso di potere, per essere in seguito liberato alcuni giorni fa sulla base di una questione procedurale.


Per domani è attesa un’importante manifestazione pro-Yoon e l’intera polizia della metropoli è in allerta per mantenere l’ordine. Ma si tratta di un passaggio di una mobilitazione che da settimane si manifesta, tra pro e contro Yoon. C’è anche chi, come Kim Kyung-soo, ex governatore provinciale, sta facendo uno sciopero della fame per spingere per la destituzione di Yoon che, a quanto ha detto a Nikkei Asia, “ha istigato” il conflitto tra i cittadini “con il suo stato d’emergenza”. I parlamentari del principale partito d’opposizione a Yoon (che è maggioranza in parlamento), il Partito democratico (PD), e membri di gruppi civici di destra hanno, questa settimana, tenuto cerimonie pubbliche durante le quali si sono rasati i capelli, in un gesto che in Corea del Sud simboleggia estrema disperazione e determinazione.


Il rischio che la pentola in ebollizione esploda è concreto, secondo gli osservatori, e c’è chi teme che vi siano spargimenti di sangue. Ogni fine settimana, da mesi, i gruppi di destra hanno organizzato raduni nei pressi di piazza Gwanghwamun, a Seoul, con predicatori e attivisti che hanno esortato i partecipanti a resistere fisicamente agli sforzi di rimozione di Yoon. Ci sono stati anche incidenti, come quando a gennaio sostenitori di Yoon hanno fatto irruzione nel tribunale di Seoul, dopo che questo aveva prorogato l’arresto del presidente sospeso.


C’è stato anche il caso di un anziano che si è dato fuoco nel centro di Seoul, lasciando un biglietto in cui affermava che, con la rimozione di Yoon, i comunisti prendevano il potere in Corea del Sud. A quanto pare, l’uomo sopravviverà. L’altro ieri il Partito democratico ha denunciato l’esistenza di “un complotto terroristico” per uccidere il leader della formazione progressista, Lee Jae-myung, e ha sostenuto di aver ricevuto prove di questa trama. Molti osservatori vedono Lee come il massimo favorito tra i futuri potenziali candidati alla presidenza sudcoreana nelle elezioni che potrebbero seguire di qualche mese un eventuale verdetto di destituzione. All’inizio dello scorso anno, Lee è stato accoltellato al collo da un aggressore che si spacciava per un suo sostenitore. L’aggressore ha ammesso di aver tentato di uccidere Lee per impedirgli di diventare presidente.