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Guerra in Medio Oriente, il retroscena: dietro il rilascio degli ostaggi forti pressioni di Biden su Israele

| Redazione StudioNews |

Guerra in Medio Oriente, il retroscena: dietro il rilascio degli ostaggi forti pressioni di Biden su IsraeleNew York, 22 nov. (askanews) – L’approvazione di Israele dell’accordo sul rilascio degli ostaggi riflette l’intensa pressione esercitata dall’amministrazione del presidente americano Joe Biden sul primo ministro israeliano Netanyahu al fine di allentare l’escalation nella regione. Lo sostiene il New York Times in una dettagliata analisi, che si è avvalsa di fonti informate della strategia statunitense.

Secondo il quotidiano da cinque settimane una “cellula segreta”, formata dai massimi assistenti del presidente americano ha lavorato ai negoziati coinvolgendo Qatar, Egitto e Israele, mentre le interruzioni delle comunicazioni a Gaza e una serie di controversie dell’ultimo minuto hanno rischiato di far deragliare i colloqui. I funzionari sentiti dal Times hanno dichiarato che dopo questo primo accordo si continuerà a negoziare per spingere al rilascio di tutti gli ostaggi statunitensi. L’accordo è considerato dal New York Times anche come ultimo, lampante esempio della crescente frattura tra la Casa Bianca e il primo ministro Benjamin Netanyahu a causa delle modalità della risposta di Israele agli attacchi di Hamas, che hanno portato alla morte di circa 12.000 persone a Gaza.

Biden ha chiamato “Bibi” 13 volte dall’inizio della crisi e ha cercato pubblicamente e privatamente di convincerlo a sospendere il bombardamento per consentire l’arrivo degli aiuti umanitari e ridurre le vittime civili, ma alla fine si è convinto che serviva legare la pausa umanitaria ad un accordo per liberare gli ostaggi. Il primo segnale di un progresso è arrivato alla fine di ottobre, quando i funzionari Usa hanno ricevuto notizia, tramite intermediari in Qatar ed Egitto, che Hamas avrebbe potuto accettare un accordo per il rilascio di donne e bambini. In cambio, voleva che Israele liberasse i prigionieri palestinesi, sospendesse i combattimenti e ritardasse un’invasione di terra, senza produrre prove che gli ostaggi fossero ancora vivi.

Alla Casa Bianca, Biden e il suo team di politica estera hanno continuato a premere. Il 14 novembre, la speranza è tornata a crescere dopo che Netanyahu ha chiamato il presidente per dirgli che poteva accettare l’ultima offerta di Hamas, ma dopo poche ore le forze militari israeliane hanno preso d’assalto l’ospedale Al-Shifa a Gaza, ritenuto dal governo israeliano un centro di comando di Hamas. Dopo quell’assalto le comunicazioni tra Hamas e i funzionari in Qatar ed Egitto si sono interrotte e l’accordo è saltato. I colloqui sono ripresi dopo una chiamata di Biden all’emiro del Qatar che ha incontrato i funzionari americani e il direttore della Cia per definire il testo di 6 pagine che ha portato all’accordo di queste ore.