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Ice Memory: estratte 3 carote di ghiaccio, archivio del clima artico

Ice Memory: estratte 3 carote di ghiaccio, archivio del clima articoRoma, 20 apr. (askanews) – Nonostante gli ostacoli rappresentati dall’inattesa presenza di una falda acquifera nel ghiacciaio e da condizioni meteo estreme, la Fondazione Ice Memory annuncia che un team internazionale di scienziate e scienziati è riuscito ad estrarre tre carote di ghiaccio (cilindri di 10 centimetri di diametro profondi dalla superficie del ghiaccio fino alla roccia) dall’Holtedahlfonna, uno dei più estesi e elevati ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard. Il successo dell’operazione dovrebbe garantire la possibilità di analizzare e conservare un prezioso archivio del clima artico.

Oggi sono in corso le operazioni per trasferire in sicurezza persone, campioni e equipaggiamento dal campo remoto, installato a 1,150 metri di quota, fino alla stazione di ricerca di Ny-Ålesund, a 80 chilometri di distanza. Queste operazioni dovrebbero durare un paio di giorni, portando la durata complessiva della missione sul campo a 23 giorni. Guidata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, con scienziati dal Centro nazionale per la ricerca scientifica francese (Cnrs), l’Istituto polare norvegese (Npi), l’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Università degli Studi di Perugia, la missione si sta dunque concludendo. Le tre carote di ghiaccio estratte – informa una nota – rappresentano un importante patrimonio scientifico e culturale nel contesto attuale di sensibile aumento delle temperature nell’Artico.

Due dei campioni saranno cruciali per comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico in una regione in cui gli impatti sono 4 volte più intensi rispetto alla media globale. Inoltre, la Fondazione Ice Memory preserverà una delle carote di ghiaccio per i secoli a venire in un apposito ‘santuario’ di Ice Memory in Antartide. Le future generazioni di scienziati avranno quindi accesso a campioni di elevata qualità per studiare nuovi indicatori legati alle condizioni ambientali del passato del nostro pianeta e per anticipare cambiamenti futuri, molto dopo che i ghiacciai saranno scomparsi a causa del cambiamento climatico. La Fondazione Ice Memory, che raccoglie, salva e gestisce carote di ghiaccio provenienti da ghiacciai minacciati per metterli a disposizione delle future generazioni di scienziati per decenni e secoli a venire, chiama all’azione la comunità scientifica. “Vedendo queste situazioni allarmanti in Artico, in Europa e nel resto del pianeta, ora abbiamo bisogno del contributo dei ricercatori per raccogliere rapidamente campioni dai ghiacciai in pericolo o per mettere in salvo in Antartide i campioni già raccolti, per conservare il loro contenuto di dati preziosi nel ‘santuario’ Ice Memory in Antartide”, è l’invito di Carlo Barbante, paleoclimatologo, vide presidente della Fondazione Ice Memory, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Per Anne-Catherine Ohlmann, direttrice della Fondazione Ice Memory “Ice Memory è un’iniziativa inter-generazionale che ci coinvolge tutti: scienziati, filantropi, organizzazioni internazionali… e il cui beneficio andrà ai nostri figli e nipoti. Se perdessimo questi archivi, perderemmo la storia dell’impatto dell’uomo sul clima. Perderemmo anche informazioni cruciali per scienziati e politici del futuro che dovranno prendere decisioni per il benessere della società. Dobbiamo collaborare per salvaguardare questo archivio per le generazioni future. Invitiamo i Paesi a collaborare con i loro scienziati facilitando l’accesso ai loro ghiacciai, di modo che la nostra generazione possa garantire questa preziosa eredità all’umanità di domani”. Il ‘santuario’ in Antartide sarà realizzato alla Stazione Concordia nel 2024-2025. Una grotta di neve sarà costruita alla stazione italo-francese Concordia, l’unica stazione di ricerca internazionale sul plateau antartico. Gestita dal Programma nazionale per le ricerche in Antartide (Pnra) e dall’Istituto polare francese, permette uno stoccaggio a -50°C e offre un sito con una superficie di circa 20 container, circa 300 metri quadrati. La prima grotta dovrebbe essere disponibile a ospitare i primi campioni di Ice Memory nel 2024-2025.

Nonostante la complessità del trasporto in Antartide, la soluzione – si sottolinea – è strategica per varie ragioni: garantirà una conservazione a lungo termine e ‘naturale’, senza consumo di energia per la refrigerazione, quindi proteggendo i campioni da quasiasi rischio di un’interruzione del freddo (guasti, crisi economiche, conflitti, atti di terrorismo ecc…); garantirà una gestione oculata dei campioni, combinata alle restrizioni all’accesso imposte dal sito remoto; garantirà lo stoccaggio in una regione polare gestita attraverso il Trattato Antartico, firmato da molte grandi nazioni e in cui le rivendicazioni territoriali sono congelate.