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IIC Budapest: documentario “I maestri ungheresi del calcio italiano”

IIC Budapest: documentario “I maestri ungheresi del calcio italiano”


IIC Budapest: documentario “I maestri ungheresi del calcio italiano”



IIC Budapest: documentario “I maestri ungheresi del calcio italiano”






























1686051842 IIC Budapest documentario I maestri ungheresi del calcio italiano

Roma, 6 giu. (askanews) – Cogliendo l’occasione della commemorazione di Árpád Weisz da parte delle autorità ungheresi, l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, in collaborazione con l’Ambasciata d’Israele e la Fondazione per l’Eredità Culturale Ebraica Ungherese, ha presentato un documentario inedito che mette in risalto il grande apporto di due importanti allenatori ungheresi al calcio italiano nella prima metà del secolo scorso.

Il 31 maggio, dunque, le autorità locali hanno svelato una statua a lui dedicata nel quartiere budapestino di Kóbanya, dove Weisz iniziò la sua carriera di calciatore. Da parte italiana, oltre alla rappresentanza diplomatica, ha spiccato la presenza di Matteo Marani, attuale presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico nonché giornalista.

Dopo l’inaugurazione del monumento si è svolta la proiezione del documentario “I maestri ungheresi del calcio italiano” del regista ungherese Gábor Zsigmond Papp. Il documentario, girato in italiano, narra la storia di Weisz e di Erno Egri Erbstein, che segnarono in modo indelebile il nostro calcio.

Weisz, grande allenatore magiaro (di origine ebraica) che, tra fine anni Venti e fine anni Trenta, ebbe un ruolo importante nel nostro calcio guidando sia l’Inter (all’epoca denominata Ambrosiana) che il Bologna alla conquista dello Scudetto. A causa delle leggi razziali del 1938 fu costretto a lasciare il nostro Paese per riparare in Olanda, ove continuò a fare l’allenatore di calcio prima di essere deportato con tutta la famiglia ad Auschwitz dove, purtroppo, perirono tutti i componenti.

Erbstein è entrato nel mito, così come tutti i componenti della fortissima e sfortunata squadra granata degli anni Quaranta, non solo per le imprese sul campo di quella compagine ma anche in virtù del fatto che, assieme ai suoi ragazzi, morì nel tragico incidente aereo di Superga; una vicenda che gettò nello sconforto l’opinione pubblica e colpì, come pochi altri eventi, l’immaginario della società italiana dell’epoca alla presa con la faticosa ricostruzione post bellica. Le vicende umane dei protagonisti del documentario trascendono il semplice ambito sportivo e portano lo spettatore a riflettere su alcuni dei passaggi più tragici della storia italiana ed europea del XX secolo. Dopo la proiezione il regista Gábor Zsigmond Papp e Matteo Marani hanno dialogato tra loro e con il pubblico sotto l’egida del noto giornalista ungherese János Betlen.