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Il 26 ottobre i primi 10 anni di Solutions Journalism Network

Il 26 ottobre i primi 10 anni di Solutions Journalism NetworkRoma, 23 ott. (askanews) – Raccontare le soluzioni invece di focalizzare l’attenzione solo sui problemi. Il solutions journalism è un approccio all’informazione che si avvicina al giornalismo d’inchiesta e che sceglie l’approfondimento piuttosto che la velocità di narrazione. Il prossimo 26 ottobre, informa una nota, si celebrano i 10 anni del Solutions Journalism Network, organizzazione non profit che si occupa di divulgare il giornalismo delle soluzioni su scala mondiale. La nascita di questa corrente dell’informazione risale all’inizio di questo secolo quando, la stampa afroamericana degli Stati Uniti ha iniziato a raccontare le storie di chi riusciva a risolvere i problemi delle comunità afroamericane. Negli stessi anni, la Fundación Gabo a Cartagena, in Colombia (all’epoca chiamata Fundación para el Nuevo Periodismo Interaméricano), stava già esplorando il giornalismo delle soluzioni e aiutando i giornalisti a praticarlo.

La svolta è arrivata nel 2010 quando Tina Rosenberg e David Bornstein hanno inaugurato la rubrica “Fixes” sul New York Times. L’appuntamento settimanale dei due giornalisti esaminava le risposte innovative o di successo ai problemi sociali mettendo in luce cosa separasse il successo dal fallimento. Da questa esperienza e dall’idea di voler avviare un’organizzazione per identificare, legittimare e diffondere l’idea, è nato il Solutions Journalism Network: era il 2013 quando a David e Tina si è unita la giornalista Courtney Martin per dar vita a questo progetto. Ancora oggi il network americano, che ha sede a New York City, è attivo con l’obiettivo di trasformare il giornalismo in tutto il mondo, alimentando un approccio all’informazione che sia di aiuto e sostegno alla società fornendo informazioni complete, equilibrate e utili. Il team è oggi formato da 45 professionisti che operano da diversi Paesi del mondo. In Italia, il Solutions Journalism Network, collabora con il Constructive Network fondato nel 2019 dai giornalisti Assunta Corbo, Vito Verrastro, Andrea Paternostro, Isa Grassano, Marco Merola, Mariangela Campo e Angela Di Maggio. Si tratta di un network di professionisti che si occupa di fare formazione e divulgare i principi del giornalismo costruttivo e delle soluzioni. “Ho scoperto il solutions journalism nel 2013 quando ho realizzato che volevo perseguire un tipo di giornalismo di qualità, rispettoso del pubblico e delle storie – afferma Assunta Corbo, co-founder Constructive Network, Lede Fellow e Trainer Certificata del Solutions Journalism Network – per diversi anni ho studiato approfonditamente, condotto ricerche e partecipato a confronti con coloro che lo praticavano. Ho iniziato ad adottare questo approccio mentre lavoravo con importanti pubblicazioni nazionali. In quel periodo, il giornalismo delle soluzioni non era conosciuto in Italia. È stato allora che ho pensato di fondare il Constructive Network che oggi propone formazioni ai singoli professionisti, ma anche agli Ordini dei Giornalisti Regionali e alle Università per fare in modo che sempre più professionisti abbraccino questo approccio. Siamo partiti in 7 e oggi siamo circa 200 giornalisti italiani distribuiti su territorio nazionale ed europeo”.

Il solutions journalism è una forma di narrazione molto rigorosa che si concentra su come le persone stanno cercando di risolvere i problemi che riguardano la nostra società e sui risultati che stanno ottenendo. Una buona storia di soluzione si basa su quattro pilastri: “Riporta una risposta a un problema e come funziona questa risposta. “Cerca prove disponibili di successo o fallimento, poiché le buone intenzioni non sono sufficienti. “Cerca di scoprire importanti intuizioni, non solo ispirazioni. “Racconta anche i limiti delle soluzioni proposte senza celebrare. Si chiede: cosa non funziona? “Non stiamo parlando di un giornalismo positivo a tutti i costi – aggiunge Corbo – perché è importante offrire sempre un contesto di riferimento e avere chiaro il problema che apre le porte alle soluzioni. Altro elemento fondamentale è che ci siano dati concreti che possano testimoniare perché le soluzioni funzionano. Per questo si tratta di un giornalismo lento e di approfondimento: non viaggia ai ritmi delle breaking news ma preferisce aspettare e proporre una narrazione più completa. Lo slogan che viene utilizzato dal Solutions Journalism Network e che noi sposiamo è: “l’intera parte della storia”. Non solo il positivo, non solo il negativo”.

La crescita esponenziale di questo approccio all’informazione si può misurare con i risultati delle ricerche in Google. Nel 2015 alla ricerca dei termini “solutions journalism” corrispondevano circa 2mila risposte che sono salite a 8mila nel 2019, a 343mila nel 2021 e a oltre un milione oggi. Nel Solutions Story Tracker, la collezione di storie di giornalismo delle soluzioni provenienti da testate di tutto il mondo, sono presenti più di 15.300 articoli prodotti da 8.700 giornalisti e 1.900 testate, in 15 diverse lingue. I giornalisti provengono da 89 paesi ma le storie raccontate appartengono allo scenario di 191 paesi. “Nel Solutions Story Tracker sono inseriti anche alcuni articoli pubblicati su www.news48.it , la testata giornalistica indipendente e non profit che abbiamo fondato con il Constructive Network a marzo 2021 grazie a un grant ricevuto dal Solutions Journalism Network – aggiunge Corbo – le firme del magazine sono i giornalisti che aderiscono al network italiano e che hanno seguito un percorso formativo”.

Lo scorso giugno è uscito in Italia il libro “Inversione A U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società” scritto da Assunta Corbo e Mariagrazia Villa, presidentessa del Comitato Etico del Constructive Network. Il volume, edito da Do It Human Editore, è un manuale e saggio che racconta la storia del solutions journalism e suggerisce metodologie e strumenti da mettere in pratica come professionisti dell’informazione. Si propone anche come punto di riferimento per le persone che desiderano comprendere come informarsi in modo costruttivo. Il libro verrà presentato il prossimo 27 ottobre alle ore 17 a Milano, presso Ècate Caffè Libreria in Via Pomponazzi 9E.