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Il 5-6 ottobre tornano i Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano

Il 5-6 ottobre tornano i Caseifici Aperti del Parmigiano ReggianoRoma, 30 set. (askanews) – Assistere alla nascita e all’apertura di una forma di Parmigiano Reggiano, passeggiare attraverso le “cattedrali di formaggio” dei magazzini di stagionatura, acquistare la Dop direttamente dalle mani dell’artigiano che l’ha creata. Tornano nel fine settimana del 5 e 6 ottobre i Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano, l’appuntamento promosso dal Consorzio che coinvolge 42 caseifici in tutte le province della zona di origine, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po.



Un viaggio nel tempo alla scoperta del metodo di lavorazione artigianale della Dop, rimasto invariato da oltre nove secoli. Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Di questi, 44.600 visitatori (+19% sul 2022), di cui la metà provenienti dall’estero, hanno prenotato la visita tramite il portale dedicato sul sito del Consorzio. Inoltre, la due giorni è anche un’imperdibile occasione per tutti, dagli appassionati d’arte alle famiglie, per scoprire i capolavori storici, l’enogastronomia e i luoghi d’intrattenimento della zona di origine: dai prodotti d’eccellenza della Food Valley di Parma al trekking nell’Appennino di Reggio Emilia; dai capolavori su quattro ruote della Motor Valley di Modena ai romantici portici di Bologna, fino agli splendori rinascimentali dei palazzi dei Gonzaga a Mantova.


Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, spiega: “le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine: se consideriamo che per loro natura non possono essere delocalizzate, che un turista straniero su due visita il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia e che il turismo rappresenta circa il 15% del Pil italiano, risulta lampante l’importanza dei consorzi per lo sviluppo del turismo esperienziale”.