Il 60% degli italiani rimanda l’acquisto dell’auto a causa dei prezzi. Avanzano i brand cinesi
Il 60% degli italiani rimanda l’acquisto dell’auto a causa dei prezzi. Avanzano i brand cinesiMilano, 10 mag. (askanews) – Il parco auto italiano continua ad invecchiare con emissioni in aumento, complici la crisi dei chip e la guerra in Ucraina. Soffrono le compatte, che nel 2022 hanno perso il 22%, mentre i segmenti lusso crescono. Il noleggio a lungo termine si conferma canale privilegiato nella gestione della transizione perché consente di ridurre i rischi dell’incertezza tecnologica. Queste alcune delle evidenze dello studio condotto da Aniasa e Bain & Company “Il vento dell’Est soffia sull’automotive”, presentata nel corso della conferenza stampa annuale dell’Associazione.
Dallo studio emerge anche che le auto elettriche arretrano, confermandosi la soluzione giusta per pochi, che risiedono principalmente nelle grandi città. Grazie a costi di produzione più competitivi, i costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali. Dal 2015 ad oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina.Quanto agli italiani, dallo studio emerge che sono disorientati dall’offerta tecnologica e dai tempi di consegna molto lunghi e preferiscono rimandare l’acquisto dell’auto. Tendenza confermata dal drastico crollo delle rottamazioni (-30% nel 2022 vs 2021), con quasi mezzo milione in meno di vetture rottamate. La conseguenza è una crescita continua del parco circolante, nonché della sua età media, che ormai ha raddoppiato i livelli di 20 anni fa, superando i 12 anni di età per vettura.
La progressiva elettrificazione sta portando ad un graduale disimpegno dei costruttori tradizionali dal segmento delle utilitarie. Il segmento A, storicamente molto rilevante in Italia, con quote pari ad un quinto del mercato, ha iniziato ad arretrare, fino a toccare quota 15%, a beneficio dei segmenti auto più grandi (e costosi). Crolla quindi, almeno per il momento, il falso mito delle piccole elettriche da città: ad oggi i veicoli elettrici ottengono la quota maggiore nei segmenti di vetture medio-grandi.Nelle immatricolazioni del primo trimestre del 2023, la quota Bev nelle vetture medie e grandi è pari a circa il 13% del totale mercato, contro il 2,6% nelle compatte. Le Bev si confermano, inoltre, più concentrate nelle grandi città. A vincere sono sempre i motori benzina e le auto ibride mild.
L’analisi conferma la centralità della sostenibilità economica come fattore determinante nelle abitudini di consumo degli italiani: auto e trasporto pubblico sono vincenti grazie alla loro convenienza e flessibilità. Quasi il 60% della popolazione non ha preso in considerazione, lo scorso anno, l’acquisto di un’auto nuova principalmente per motivi legati ai costi e all’incertezza economica. In questo contesto incentivi e sconti aggiuntivi sono l’unico elemento che potrebbe far prendere in considerazione l’acquisto di una nuova auto.In risposta alle esigenze di sostenibilità economica dei consumatori, il mercato italiano sta diventando sempre più appanaggio di costruttori cinesi, in grado di produrre auto a costi più competitivi. L’Europa ha ceduto lo scettro di principale produttore alla Cina, che già oggi ha raggiunto il quarto posto nella classifica dei Paesi che hanno registrato il maggior numero di brevetti in Europa, con l’Italia solo undicesima. I costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali del Vecchio Continente. Dal 2015 ad oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina.
“Pur preferendo i marchi europei, un italiano su cinque sta già considerando marchi cinesi e asiatici perché più convenienti, anche se di minore qualità. Il futuro è già qui: l’assetto del mondo automotive si sta spostando velocemente verso Oriente. In questo contesto è quindi necessario e urgente che l’Italia acceleri gli investimenti sulla filiera auto, riaffermando il proprio ruolo industriale nel comparto: la chiave è puntare sulle eccellenze del Made in Italy (i “Campioni nazionali” del settore) attraverso il progressivo superamento delle vecchie tecnologie, storico fiore all’occhiello del Paese, per sviluppare nuovi centri di eccellenza e competenza nel mondo dell’elettrificazione”, afferma Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company.