Il futuro dell’agroalimentare italiano a marzo a Cibus connecting Italy
Il futuro dell’agroalimentare italiano a marzo a Cibus connecting ItalyMilano, 2 mar. (askanews) – L’innovazione è condizione essenziale per lo sviluppo anche di un comparto come quello alimentare. Intorno a scenari, esigenze e progetti futuri Cibus Connecting Italy 2023 chiamerà a raccolta a Parma dal 29 al 30 marzo circa un migliaio di brand dell’alimentare made in Italy e 20.000 visitatori (secondo le attese) da 90 Paesi, tra cui 1.300 top buyer, grazie al programma di incoming sviluppato in collaborazione con Agenzia Ice.
Due le anime che muoveranno la prossima edizione, quella degli anni dispari, di Cibus Connecting Italy. Quella della tradizione e del “saper fare” del made in Italy agroalimentare: materie prime, ingredienti semilavorati e prodotti trasformati sono, infatti, al centro non soltanto dell’attività espositiva, ma anche dei numerosi “Cibus destination on the road”, che la fiera riserva ai buyers esteri nei diversi territori. La seconda anima sono i prodotti innovativi e tailor-made della nostra industria, in grado di incrociare la domanda premium proveniente dal mercato interno e da quello estero. Sotto la lente di ingrandimento il catalogo delle novità di prodotto e l’Innovation corner, esposizione delle 100 più interessanti innovazioni di prodotto, valutate e selezionate da una giuria di esperti. E in questa anima rientrano a pieno titolo le start-up, laboratori di novità e propulsori di progetti sostenibili dall’alto coefficiente innovativo.
Ruolo chiave all’interno di Cibus Connecitng Italy è riservato al canale foodservice: il salone, infatti, dedica ampio spazio alla ricerca di qualità, allo scouting di materie prime tipiche e ad attività di education destinate agli operatori del settore.
La fiera multicanale però si rinnova anche nella sua offerta: quattro le nuove aree dell’edizione 2023: ortofrutta (con l’esordio assoluto tra gli espositori della fiera di produttori italiani di frutta e verdura fresca), semilavorati per gelateria e pasticceria, prodotti “rich in” e plant-based.
“Tradizione e innovazione saranno le parole chiave del futuro dell’agricoltura italiana – ha dichiarato il senatore Luca De Carlo, presidente della nona Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) – A Cibus la grande attenzione all’innovazione ci consentirà appunto di affrontare le sfide con un approccio meno ideologico e più scientifico”.
“La grande varietà di prodotti originali e la presenza di marchi di eccellenza hanno consentito all’export italiano di conquistare rilevanti quote di mercato a livello internazionale, al punto che il made in Italy all’estero è ormai sinonimo di gusto e di qualità – ha osservato Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare al convegno di presentazione – Nemmeno le crisi internazionali e la pandemia sono riusciti a frenare questa tendenza: i dati evidenziano infatti livelli da record per le nostre esportazioni che dal 2000 al 2022 segnano quasi un +300%, mentre se guardiamo il solo export dell’industria alimentare del 2022, vediamo che è arrivato intorno ai 50 miliardi, +19% rispetto all’anno precedente. Cibus rappresenta l’occasione per mostrare al pubblico del mondo tutto questo: il nostro modello di alimentazione sana e sostenibile, che esalta i valori del gusto e della tradizione”.
“L’attenzione del settore è rivolta alla blockchain, un sistema di tracciabilità che attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie garantisce il consumatore sulla qualità e la provenienza del prodotto, certificandone la filiera – ha osservato il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas – La diffusione della blockchain consente di valorizzare e proteggere al tempo stesso il made in Italy, è un tema cruciale per l’intero settore e uno degli strumenti per contrastare il problema dell’italian sounding. I servizi innovativi a maggior valore aggiunto possono così consentire alle aziende ulteriori miglioramenti rispetto a performance che sono già importanti: nei primi 11 mesi del 2022 l’export aumenta del 16% rispetto al 2021 e supera i 54 miliardi di euro. In particolare, i prodotti alimentari segnano +20%, vini e bevande +11%, su cui incide il tasso di inflazione a doppia cifra. L’aiuto concreto alla categoria sarà indiscutibilmente dato dalla recente riduzione a doppia cifra del costo dei trasporti overseas che si auspica diventi strutturale”. “Cibus è definitivamente il manifesto del made in Italy alimentare, della capacità della nostra manifattura e delle nostre filiere di essere sempre più in sintonia con i consumatori di tutto il mondo – ha concliso Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – Negli ultimi 10 anni l’export agroalimentare è cresciuto a doppia cifra, anche durante la pandemia e la guerra, in tutte le geografie e su tutti i canali. Per questo, similmente a come accaduto in altri settori leader del made in Italy, Cibus ha voluto e potuto diventare un evento internazionale di successo con cadenza annuale”.