Il mondo del vino abruzzese compatto contro Decreto etichettatura
Il mondo del vino abruzzese compatto contro Decreto etichettaturaMilano, 29 lug. (askanews) – Si è tenuta ieri nella sede del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, la riunione straordinaria fortemente voluta dal presidente Alessandro Nicodemi, con la presenza di tutte le associazioni di categoria regionali e il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente. Il tema sul tavolo è il Decreto ministeriale “etichettatura”, e in particolare l’articolo 16, che “con la sua approvazione rischia di compromettere una delle più grandi denominazioni di vino rosso fermo italiano, il Montepulciano d’Abruzzo, che ormai da molti anni supera i 100-120 milioni di bottiglie prodotte e vendute in tutto il mondo”.
Gli attori del mondo del vino abruzzese ieri hanno sottoscritto un documento d’intenti che sarà portato sui tavoli di concertazione regionali e nazionali per contestare “la proposta di una sorta di liberalizzazione indiscriminata dell’uso dei vitigni in etichetta, senza nessuna eccezione, come previsto invece per altri vitigni e sinonimi”. Questa, secondo quanto evidenziato in una nota, “porterebbe un danno incalcolabile non solo in termini economici, ma anche di comunicazione creando una vera distorsione di mercato, ottenendo l’effetto opposto alla ratio della norma”. Sia il Consorzio, sia le associazioni Copagri, Confagricoltura, Confcooperative, Lega Coop, Coldiretti, DAQ Vino, Assoenologi e Cia “chiederanno la revisione del testo in presentazione, con il mantenimento delle tutele esistenti in materia di utilizzo del nome del vitigno Montepulciano alla sola regione Abruzzo”. Il Consorzio Tutela vini d’Abruzzo ricorda che la presenza del vitigno Montepulciano in terra d’Abruzzo risale ad oltre due secoli: qui, grazie al particolare microclima della regione, ha trovato le migliori condizioni per vegetare e produrre vini di grande valore. La denominazione “Montepulciano d’Abruzzo”, nata nel 1968 come denominazione-vitigno e come tale riconosciuta e tutelata in deroga, negli anni “è diventata un colosso della enologia non solo regionale, ma anche nazionale e come tale deve continuare ad essere protetta”. “L’utilizzo di un sinonimo garantirebbe sia la corretta informazione al consumatore (principio condiviso e da rispettare), sia il patrimonio storico delle denominazioni-vitigno” ha precisato Nicodemi, sottolineando che “dobbiamo difendere il lavoro di centinaia di operatori che per decenni hanno investito e continuano ad investire importanti risorse sulla promozione e sull’affermazione nei mercati internazionali del vino a DO più prestigioso dell’enologia regionale, il Montepulciano d’Abruzzo, da sempre legato in maniera indissolubile ad un vitigno (Montepulciano) e al nostro territorio che, se non adeguatamente tutelati, rischiano di essere ‘banalizzati’ ed utilizzati da altri operatori solo per ‘meri fini commerciali’, a danno del radicamento storico e territoriale da tutti unanimemente riconosciuto”.
A tal proposito il Consorzio già il 10 marzo scorso aveva richiesto al Masaf il reinserimento del sinonimo “Cordisco” per il vitigno “Montepulciano” nel Registro nazionale varietà delle viti, già presente nel 1988 e “poi scomparso misteriosamente nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico”, al fine di tutelare la denominazione di origine protetta “Montepulciano d’Abruzzo” e per essa il termine/nome di vitigno “Montepulciano” da usi impropri del medesimo. Nel documento sottoscritto ieri, si afferma che tale soluzione “permetterebbe di porre un punto definitivo su una questione che si protrae ormai da troppo tempo: il Montepulciano resterebbe patrimonio della regione che maggiormente ha creduto ed investito nel vitigno in questi ultimi 50 anni e, con l’inserimento del sinonimo Cordisco nel Registro nazionale delle varietà, le denominazioni riconosciute in altre regioni, che contemplano la presenza del vitigno montepulciano nella base ampelografica di riferimento delle relative DO, potrebbero colmare il proprio gap informativo verso il consumatore riportando in etichetta il sinonimo”.