Il Nobel Sargent spiega la dura “legge” sui debiti pubblici
Il Nobel Sargent spiega la dura “legge” sui debiti pubbliciRoma, 16 mag. (askanews) – Dalle guerre mondiali, così come dalla crisi associata al Covid, sono emersi governi ingranditi per mole, che successivamente non tornano ai livelli precedenti, mentre aumentano i livelli dei debiti pubblici. E su questi ultimi vige sempre “la legge della gravità: a pagare i debiti degli Stati sono i contribuenti”. È uno dei messaggi chiave del premio Nobel all’economia, Thomas John Sargent, insignito dell’onorificenza nel 2011, che oggi ha tenuto una lettura pubblica all’università Luiss di Roma, in un’aula affollata di studenti e economisti che si sono formati sui suoi manuali.
Tra questi ultimi, come lui stesso ha raccontato, anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che ha tenuto un saluto introduttivo in cui ha elogiato i contributi di Sargent alle scienze economiche. Panetta ha citato diversi libri dello studioso, in particolare uno sull’inflazione (The conquest of American inflation) e il trattato di macroeconomia della fine degli anni ’70 (Macroeconomiche Theory), del quale il banchiere centrale si è portato la una copia per farsi fare una dedica in diretta, a fine evento. Sargent ha svolto la sua lettura-lezione sul tema dell’indebitamento pubblico e della tassazione, ripercorrendo la storia degli Stati Uniti d’America da ancor prima della nascita del governo federale, ai tempi della Guerra d’indipendenza. Ma prendendo spunto da queste tappe ha tratto considerazioni applicabili anche su scala più ampia.
A cominciare dalla sovramenzionata “legge della gravità” sui debiti pubblici, che secondo l’economista “vale sempre: quello che lo Stato spende poi lo devono pagare i contribuenti”. E aumentando il debito aumenta il peso dello Stato (government) nell’economia, specialmente durante le crisi estreme, come le guerre mondiali. Questo accresciuto peso poi tende a mantenersi sui nuovi livelli e secondo Sargent in generale non è un elemento positivo. “Perché accade anche un’altra cosa – ha spiegato -: quando gli Stati (i governi) iniziano a fare cose che non dovrebbero fare, smettono di fare le cose che invece dovrebbero fare. Ad esempio negli Usa le maggiori infrastrutture sono state fatte quando il governo federale era appena al 5% del Pil”.
La lezione è stata seguita da una serie di domande all’economista, tra cui una dello stesso Panetta sui parallelismi che si possono vedere tra gli anni successivi alle guerre mondiali e quelli successivi alla crisi correlata al Covid. Qui Sargent ha rilevato una certa tendenza degli Stati, mediante sussidi o altre forme di supporto pubblico “a creare opportunità per la ricerca di rendite di cui alcuni gruppi beneficiano, ma che hanno ricadute negative per l’insieme della comunità”, ha detto. E’ anche intervenuto sui dazi Usa alle importazioni di auto elettriche dalla Cina che sta varando l’amministrazione guidata dal presidente Joe Biden. “Biden dice che vuole promuovere l’energia green e la diffusione di veicoli elettrici negli Stati Uniti. E chi è il miglior produttore, il più economico, sui veicoli elettrici? La Cina. Quindi – ha osservato – quello che faremo è dire che vogliamo le auto elettriche ma non le più economiche. Gli Usa raccoglieranno sì proventi dai dazi sulle auto elettriche cinesi, ma in questo modo non le otterremo alle migliori condizioni possibili.”. In definitiva “Biden non è sincero, e non parlo dei suoi propositi sulla green economy” ma del modo di realizzarli.
Secondo il premio Nobel le prossime elezioni presidenziali Usa “saranno molto interessanti per l’intrattenimento, sempre che uno non subisca ricadute per quello che poi fanno gli Stati Uniti”.