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Il Papa a Singapore: non siano le grandi opere ad inorgoglire l’uomo

| Redazione StudioNews |

Il Papa a Singapore: non siano le grandi opere ad inorgoglire l’uomoCittà del Vaticano, 12 set. (askanews) – Dopo aver ringraziato “il Signore per la Chiesa di Singapore, pure ricca di doni, vivace, in crescita e in dialogo costruttivo con le varie altre Confessioni e Religioni con cui condivide questa terra meravigliosa”, Francesco ha invitato tutti a non inorgoglirsi per le sole opere fatte da mani d’uomo, né per una finanza prospera o una economia in espansione ma di puntare sempre sull’amore e sull’attenzione al fratello, soprattutto se povero. Un richiamo non “ingenuo” ma fondato su ciò che conta veramente e sta alla base di ogni successo. Tra grattaceli sfavillanti e opere maestose, quelle della città-stato di Singapore, il Papa ha celebrato messa nel “Singapore Sports Hub”, lo stadio della città con decine di migliaia di fedeli nella penultima giornata del suo lungo viaggio apostolico, il 45.mo del pontificato, che lo ha portato lontano da Roma per ben 13 giorni.



Francesco non è rimasto indifferente alle opere costruite nella grande città del sud-est asiatico e nella sua omelia ha voluto prendere spunto “dalla bellezza di questa città, e dalle grandi e ardite architetture che contribuiscono a renderla così famosa e affascinante, cominciando – ha detto davanti ai fedeli – dall’impressionante complesso del National Stadium, in cui ci troviamo. E vorrei farlo – ha subito aggiunto – ricordando che, in ultima analisi, anche all’origine di queste imponenti costruzioni, come di ogni altra impresa che lasci un segno positivo in questo mondo, non ci sono, come molti pensano, prima di tutto i soldi, né la tecnica e nemmeno l’ingegneria – tutti mezzi utili -, ma l’amore” che “edifica”. “Forse qualcuno potrebbe pensare che questa sia un’affermazione ingenua, ma se ci riflettiamo bene non è così”, ha voluto subito precisare Papa Francesco nella sua omelia, perchè “non c’è opera buona dietro cui non ci siano delle persone magari geniali, forti, ricche, creative, ma pur sempre donne e uomini fragili, come noi, per i quali senza amore non c’è vita, né slancio, né motivo per agire, né forza per costruire”. “Se qualcosa di buono c’è e rimane in questo mondo, è solo perché, in infinite e varie circostanze, l’amore ha prevalso sull’odio, la solidarietà sull’indifferenza, la generosità sull’egoismo”, ha detto ancora Francesco. “Nulla di duraturo nasce e cresce senza amore”, ha voluto ancora sottolineare Francesco, aggiungendo che “a volte la grandezza e l’imponenza dei nostri progetti possono farcelo dimenticare, illudendoci di potere, da soli, essere gli autori di noi stessi, della nostra ricchezza, del nostro benessere, della nostra felicità, ma la vita alla fine – ha detto – ci riporta ad un’unica realtà: senza amore non siamo nulla”. Un amore, ha quindi concluso Francesco, che deve essere “caratterizzato da un profondo rispetto per tutti gli uomini, a prescindere dalla loro razza, dal loro credo o da qualunque cosa li renda diversi da noi”.