Il Poldi Pezzoli riunisce il polittico agostiniano di Piero della Francesca
Il Poldi Pezzoli riunisce il polittico agostiniano di Piero della FrancescaMilano, 20 mar. (askanews) – “Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito” è la proposta presentata dal Museo Poldi Pezzoli di Milano dal 20 marzo al 24 giugno 2024. Si tratta di una esposizione unica e irripetibile: per la prima volta si possono ammirare, esposte insieme, le otto tavole del polittico del 1469 – smembrato e disperso – che sono state fino ad oggi rintracciate e custodite a New York, Lisbona, Londra e Washington, oltre che a Milano. L’esposizione permette inoltre di scoprire e comprendere i segreti dello straordinario capolavoro rinascimentale grazie alla campagna di analisi diagnostiche condotte con il sostegno della Fondazione Bracco. L’opera, fra quelle di maggiore impegno di Piero della Francesca, andò dispersa entro la fine XVI secolo. Oggi ciò che resta del polittico agostiniano – ovvero otto pannelli, mentre la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate – si trova in musei in Europa e negli Stati Uniti, oltre che al Museo Poldi Pezzoli, proprietario del pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che componevano la parte centrale del polittico. In passato alcuni musei avevano già provato a riunire il polittico, ma si era potuto proporre solo ricostruzione “virtuale”. Dal 20 marzo 2024, grazie alla collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti – la Frick Collection di New York (San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant’Agostino), la Na-tional Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e la National Gallery of Art di Washington (Sant’Apollonia) – sarà possibile ammirare riuniti tutti i frammenti del polittico. La mostra – resa possibile grazie al sostegno di importanti istituzioni come la Fondazione Bracco, main partner, e Intesa Sanpaolo, partner istituzionale con Gallerie d’Italia – è stata ideata da Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, e curata da Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston). “Oggi siamo testimoni di un evento davvero eccezionale, che è stato reso possibile dalla collaborazione di grandi musei prestatori a iniziare dalla Frick Collection di New York, di cui ho uno splendido ricordo – ha detto Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco – L’impegno per l’arte è nel DNA della mia famiglia, e nel corso del tempo abbiamo affiancato grandissime istituzioni culturali nazionali e internazionali in occasioni di mostre di alto livello, da Canaletto a Caravaggio. Diffondere e valorizzare la cultura e l’arte italiane fa parte della mission di Fondazione Bracco. Un’altra costante dell’impegno culturale di Bracco è il coniugare arte e scienza, un binomio che consideriamo vincente. Come nostra consuetudine, anche per questa mostra abbiamo voluto dare vita a un progetto scientifico: un’articolata campagna di analisi non invasive svolte con le tecnologie dell’imaging diagnostico, settore in cui Bracco è leader mondiale, ha permesso di scoprire le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Condotte attraverso immagini ad alta risoluzione nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini ci consentono di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto, grazie anche agli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale”.
L’organizzazione della mostra è a cura di Lavinia Galli, conservatrice, e Federica Manoli, collection manager, del Museo Poldi Pezzoli, con il coor-dinamento di Arianna Pace, dell’ufficio mostre. Presentati in un allestimento a cura dell’architetto Italo Rota e dello studio internazionale di design CRA-Carlo Ratti Associati, i pannelli sono accostati tra loro con le cornici che li hanno “accompagnati” in questi secoli di storia collezionistica. “Milano è al centro di questa operazione culturale di livello internazionale – dichiara Alessandra Quarto – che non è ‘solo’ una mostra, ma è un lavoro di squadra interdisciplinare che come ogni ricerca scientifica richiede competenze diverse, di altissimo livello, e grande affiatamento e dedizione. Nel polittico agostiniano Piero della Francesca ‘ha fatto scendere il cielo in terra’. il Poldi Pezzoli di Milano ripete, per una sola imperdibile volta, questo miracolo” “Ci è parso irrinunciabile essere al fianco di un importante museo italiano, in occasione di questo progetto unico che unisce il lavoro di grandi istituzioni internazionali intorno a un capolavoro del Rinascimento, permettendo di ammirare a Milano, per la prima volta riunita, la straordinaria opera di Piero della Francesca – ha aggiunto Michele Coppola, executive director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo – Il Museo Poldi Pezzoli e le vicine Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo hanno costruito negli anni una storia di proficua collaborazione che trova oggi un ulteriore e significativo momento di condivisione. Ad accomunarci è il forte impegno ad arricchire con esposizioni, iniziative e contributi di valore l’offerta culturale milanese” La diagnostica per immagini sul “San Nicola da Tolentino” del Poldi Pezzoli – voluta da Fondazione Bracco e realizzata in situ dal team di ricercatori dell’Università di Milano, dello spinoff IUSS Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Con-servazione e Restauro La Venaria Reale, coordinato dalla professoressa Isabella Castiglioni – , ha permesso di ripercorrere le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Si è potuto così esaminare in modo inedito l’opera d’arte, dagli strati pittorici superiori, visibili ad occhio nudo, agli strati preparatori più profondi, ottenendo una rappresentazione visiva e intuitiva delle caratteristiche e della distribuzione superficiale dei materiali. La pratica pierfrancescana per il disegno prevedeva strumenti e tecniche diverse: i punti di spolvero dei cartoni ancora si rilevano perfettamente, infatti, in alcune aree del dipinto mentre altrove furono forse cancellati dall’artista stesso nel momento in cui tracciava il disegno. I raggi X hanno poi evidenziato che si tratta di una sola tavola di legno di pioppo, che reca tracce delle traverse rimosse e che fu assottigliata. Condotte attraverso immagini ad alta risoluzio-ne nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini hanno permesso di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposi-zione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, ricavandone un capolavoro.
La mostra a Milano è quindi un’occasione eccezionale per tutto il pubblico e fondamentale ai fini della ricerca e dello studio da parte degli esperti di tutto il mondo; verranno infatti organizzate conferenze, giornate di studio e confronto fra i grandi conoscitori di Piero della Francesca e della sua pittura, oltre a numerose attività per le famiglie e i bambini.