Il pollo romagnolo diventa presidio Slow Food
Il pollo romagnolo diventa presidio Slow FoodRoma, 11 dic. (askanews) – Cresce il numero dei prodotti Slow Food in Emilia-Romagna: il pollo romagnolo, antica razza autoctona, dopo aver rischiato l’estinzione sarà ora il 19esimo presìdio dell’Emilia-Romagna. Il nuovo Presìdio è stato presentato oggi a Bologna dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, assieme a Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia.
Abituato a razzolare in grandi spazi, in grado di volare anche sugli alberi, così da difendersi da solo da volpi, faine e altri predatori, il pollo romagnolo fino al dopoguerra è stato una presenza fissa nelle aie contadine. Questa gallina variopinta è uscita di scena con l’avvento dell’agricoltura industriale, perché poco adatta all’allevamento intensivo e di taglia piccola. L’ultimo allevamento è stato trovato nel ravennate nel 1997 e a quel punto gli allevatori custodi dell’Arvar, l’associazione razze e varietà autoctone romagnole e nazionali, assieme all’università di Parma, ne hanno selezionato le uova, i pulcini hanno ricominciato a circolare ed è cresciuto l’interesse fra allevatori custodi. Oggi in Romagna ci sono poco più di duemila polli romagnoli che razzolano liberamente all’aria aperta, numeri lontani dagli allevamenti intensivi, ma che possono essere intercettati da chi cerca una ristorazione di qualità.
“Il Presidio del pollo romagnolo – ha spiegato Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia – è nato per sostenere un gruppo di allevatori che da anni, per passione, conservano la biodiversità zootecnica e rappresentano una piccola, virtuosa, economia locale”. “Il sostegno ai Presìdi Slow Food – ha detto l’assessore Mammi – capaci di creare cultura e identità, porta avanti un progetto che coinvolge le comunità locali e persegue obiettivi come salvare la biodiversità, tutelare gli ecosistemi e le risorse naturali, tutelare la salute dei consumatori e promuovere filiere eque dal punto di vista sociale.