Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”
Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”Città del Vaticano, 19 set. (askanews) – “Tramite il ‘nihil obstat’ circa un evento spirituale, i fedeli ‘sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione’. Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola, e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il ‘nihil obstat’ indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico. Tale determinazione è possibile in quanto si è potuto registrare che in mezzo ad un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. Questa l’attesa conclusione alla quale è giunto il Dicastero per la Dottrina della fede nel suo documento dal titolo: “La Regina della Pace” riguardante le apparizioni e i messaggi di Medjugorje, il santuario mariano in Bosnia divenuto tra i più noti e frequentati degli ultimi decenni.
Nella nota “circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje”, di 18 pagine e 42 capitoli – firmata dal prefetto del dicastero, card. Víctor Manuel Fernandez e dal Segretario per la Sezione Dottrinale, mons. Armando Matteo, si sottolinea però, definendolo un “importante chiarimento”, che le conclusioni della Nota “non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti. D’altra parte, si deve ricordare che, – si aggiunge – quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del Popolo di Dio in mezzo a un’esperienza spirituale dalle sue origini fino ad oggi, i doni carismatici (‘gratiae gratis datae’) che possano essere collegati ad essa non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”. E si aggiunge che il riconoscere canonicamente i buoni e positivi frutti di questa esperienza “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali”. Sottolineando all’inizio come “è arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje”, il documento vaticano si apre ricordando che “si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di Vescovi, teologi, commissioni e analisti” e che Sebbene nell’insieme dei messaggi legati a questa esperienza spirituale troviamo tanti elementi positivi che aiutano a cogliere la chiamata del Vangelo, certi messaggi – secondo l’opinione di alcuni – presenterebbero delle contraddizioni o sarebbero legati a desideri o interessi dei presunti veggenti o di altre persone”. Quindi, “non si può escludere che ciò possa essere successo nel caso di alcuni pochi messaggi” e che le Norme dello stesso Dicastero lo non escludono mentre i fenomeni delle presunte apparizioni “a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi”. Questo oltretutto “non esclude la possibilità di ‘qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno’”.
Da qui la richiesta esplicita e la necessità di alcuni chiarimenti. “L’insieme dei messaggi possiede un grande valore ed esprime con parole differenti i costanti insegnamenti del Vangelo”. Ma “alcuni pochi messaggi”, si legge nella Nota dell’ex Sant’Uffizio, “si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente – è l’indicazione fornita – stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme. Per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi”. Ed ancora: “I fedeli devono essere attenti e prudenti nell’interpretare e diffondere i presunti messaggi”.
Precisato questo, in tutta la Nota dell’ex Sant’Ufficio si sottolinea, però, come nel complesso tutti i messaggi e l’esperienza di Medjugorje appaia comunque positiva nei contenuti e nei messaggi incentrati sugli appelli alla pace che sgorga dalla carità, sulla centralità di Cristo e sull’azione dello Spirito Santo nella storia, la chiamata alla conversione e “il forte peso del male e del peccato”, oltre alla necessità della costante preghiera e della frequentazione dell’Eucaristia. “Un effetto immediato attorno ai fenomeni di Medjugorje – si sottolinea sempre nel documento diffuso oggi – è stato il grande e crescente numero di devoti in tutto il mondo e le numerose persone che vi si recano in pellegrinaggio dalle più variegate provenienze. I frutti positivi si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede, d’accordo con quanto presente nella tradizione della Chiesa”.
Premesso tutto ciò si conclude che: “La valutazione degli abbondanti e diffusi frutti tanto belli e positivi non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che ‘in mezzo’ a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli”. Pertanto “si invita ad apprezzare e condividere il valore pastorale di questa proposta spirituale”, valutando positivamente la “maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti” non implicandone, per questo, “dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a ‘messaggi’ della Madonna, si deve intendere sempre ‘presunti messaggi’”. Nella Nota, si forniscono infine alcune indicazioni pratiche per il futuro. Si puntualizza che il Vescovo di Mostar-Duvno, emetterà un decreto contenente le indicazioni fornite dalla Santa Sede e che il Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate, e dovrà verificare che, in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la Nota del Dicastero per la Dottrina della fede come Introduzione. Lo stesso “opererà poi il discernimento di eventuali messaggi futuri – o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati – e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti offerti. Ugualmente, prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi, tenendo informato questo Dicastero”. “Anche se possono sussistere diversi pareri circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad ‘apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale’. – sono ancora le indicazioni fornite dalla Nota – Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio”, mentre “resta comunque ferma la potestà di ogni Vescovo diocesano di decidere al riguardo”. Questo perché, si conclude, “pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato. I Vescovi diocesani, ognuno nella propria diocesi, hanno la libertà e l’autorità per prendere le decisioni prudenziali ritenute necessarie per il bene del Popolo di Dio”.