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In Puglia produzione di grano in calo del 40-45% causa siccità

In Puglia produzione di grano in calo del 40-45% causa siccitàRoma, 17 giu. (askanews) – La produzione di grano in Puglia è stimata quest’anno in calo del 40-45% per effetto della prolungata siccità, che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese, ma la qualità risulta ottima, con in media 85 di peso specifico e 14 di proteine, motivi per cui dovranno essere riconosciute giuste remunerazioni ad un prodotto di alta qualità. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti Puglia che, con il Crea, in un’azienda cerealicola del Granaio d’Italia ha tracciato il primo bilancio della campagna cerealicola.



“La produzione è in calo proprio quando in Puglia coltivare grano è costato agli agricoltori fino a 300 euro in più ad ettaro con problemi importanti causati dalla siccità ma anche dalle gelate. Ma la qualità è ottima e non accetteremo alcuna politica al ribasso dei prezzi del grano Made In italy”, ha spiegato Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia, per cui il salasso a carico del Granaio d’Italia rende necessari anche “interventi per aiutare le imprese che ha perso produzione e reddito, anche rispetto a rincari ormai insostenibili, a partire dal settore cerealicolo che rappresenta uno dei simboli della situazione di difficoltà in cui versa l’agricoltura regionale”, ha concluso de Matteo. Il taglio dei raccolti causato dalla grave e perdurante siccità, con l’incremento dei costi, in alcune aree delle province di Bari e Foggia rischia infatti di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari. La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10 milioni di quintali prodotti in media all’anno.


Le migliori varietà di grano duro selezionate, prosegue Coldiretti Puglia,da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.