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In Sicilia biologico oltre 25% produzione, ma consumi sono bassi

In Sicilia biologico oltre 25% produzione, ma consumi sono bassiRoma, 21 ott. (askanews) – La Sicilia, una delle regioni che ha investito maggiormente nella produzione biologica, in largo anticipo ha già raggiunto e superato l’obiettivo fissato dal Green Deal per il 2030 del 25% di superficie agricola utilizzata per il biologico. Tuttavia, nonostante questi risultati sul piano produttivo, il consumo di prodotti biologici in Sicilia resta ancora troppo basso, e l’uso di prodotti bio nella ristorazione pubblica è ancora molto limitato.



Di biologico e consumi si è discusso al CREA-OFA di Acireale nel corso del seminario dal titolo “Focus sull’agrumicoltura biologica nel Mediterraneo: Strategie di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico applicate all’agroecosistema agrumicolo biologico nel Mediterraneo”, organizzato dal Distretto produttivo Agrumi di Sicilia in collaborazione con Ciheam e Crea. Durante il seminario, è stata posta particolare attenzione sulla necessità di strategie efficaci per affrontare il cambiamento climatico nell’ambito dell’agrumicoltura biologica. Nel pomeriggio, il seminario ha proseguito con una tavola rotonda dal titolo “La voce ai produttori bio: esperienze, problematiche, attese e prospettive a confronto con la ricerca scientifica e non solo”, offrendo un confronto diretto tra i produttori biologici e il mondo accademico.


Federica Argentati, presidente del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia, ha spiegato: “se vogliamo davvero promuovere una cultura del biologico, è essenziale far comprendere ai consumatori quanto sia importante ciò che mettono nel piatto. Purtroppo, l’agricoltura biologica ha incontrato ostacoli, spesso dovuti alle pressioni delle lobby, che ne hanno rallentato lo sviluppo. Tuttavia, è arrivato il momento di fare un salto di qualità, sensibilizzando non solo la popolazione, ma anche le istituzioni. Per rendere il biologico accessibile a tutti, è fondamentale rivedere i costi lungo la filiera, garantendo un prezzo giusto che rifletta la qualità del prodotto”. “Se vogliamo davvero incentivare il consumo di prodotti biologici – propone la presidente del Distretto – dobbiamo creare una sinergia tra filiera, organizzazioni e istituzioni. Questo significa non solo migliorare la tracciabilità e garantire che ciò che il consumatore acquista sia effettivamente biologico, ma anche adottare misure concrete, come la detassazione al consumo dei prodotti biologici certificati. Solo attraverso un impegno congiunto riusciremo a rendere il biologico una scelta accessibile e sostenibile per tutti”.