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In Sicilia centrodestra diviso, stop riforma Province. E’ polemica

In Sicilia centrodestra diviso, stop riforma Province. E’ polemicaPalermo, 7 feb. (askanews) – Centrodestra siciliano in crisi. La bocciatura del primo articolo della riforma delle Province è un segnale della spaccatura politica nella maggioranza. Tredici franchi tiratori hanno praticamente mandato in frantumi la riforma delle Province in Sicilia, uno dei punti centrali del programma della giunta regionale guidata dal forzista Renato Schifani. La maggioranza si era già spaccata la scorsa settimana con l’affossamento della norma cosiddetta “salva ineleggibili”. Nonostante da Roma si sia cercato di sanare la frattura – anche con il blitz a Catania di Giorgia Meloni – non c’è stato nessun passo in avanti. Così oggi pomeriggio la maggioranza è andata in frantumi.



Un assist alle opposizioni: “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula – ha detto il deputato regionale e coordinatore del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola – la prima volta con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, ed oggi con l’altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle province regionali e delle relative poltrone. Se fossi il presidente Schifani trarrei le dovute considerazioni da questa ennesima bocciatura. La maggioranza di destra non esiste più e non rappresenta i siciliani”. Ha rincarato la dose Ismaele La Vardera di Sud chiama Nord: “Le opposizioni e la maggioranza sembrano essere un’unica cosa ormai: continuano a mandare sotto il governo Schifani. Chi non vuole vedere può continuare a far finta di nulla, ma è chiaro che la vera maggioranza è l’opposizione oggi. Qui si parla di istituire la province ma già dovremmo pensare alle prossime regionali che, di questo passo, non sono così lontane”. “La bocciatura del disegno di legge sul voto diretto nelle Province in Sicilia rappresenta l’ennesima sconfitta, per il governo di Renato Schifani, nel giro di pochi giorni. L’Assemblea, con il voto segreto richiesto dal nostro gruppo e che ha visto 25 favorevoli e 40 contrari, al mantenimento dell’art. 1 della norma, ha bocciato la norma sulla elezione diretta per le province mettendo in evidenza una maggioranza che è andata sotto. Avevamo invitato il presidente Schifani a un confronto costruttivo su un anno di attività, ma purtroppo la sua presenza oggi sembra essere stata ancora una volta sfortunata per la sua stessa maggioranza”, ha detto invece Cateno De Luca di ScN.