Inail intitola Auditorium a Maglio, ideatore della Paralimpiadi
Inail intitola Auditorium a Maglio, ideatore della ParalimpiadiRoma, 3 dic. (askanews) – Medico dell’Inail, Antonio Maglio negli anni ’50 del secolo scorso, quando avere una disabilità equivaleva spesso a una condanna all’emarginazione, intuì le straordinarie potenzialità dello sport come strumento terapeutico e di riabilitazione, con effetti benefici sia dal punto di vista fisico e psicologico. Direttore del Centro Paraplegici Villa Marina di Ostia, dove erano ricoverati reduci di guerra e infortunati sul lavoro, Maglio introdusse un nuovo metodo riabilitativo basato sui concetti di presa in carico dei pazienti, di terapia occupazionale e di reinserimento socio-lavorativo, fornendo un contributo decisivo per l’evoluzione della percezione e del trattamento della disabilità. A lui si deve anche l’idea di organizzare a Roma, subito dopo la conclusione dei Giochi della XVII Olimpiade del 1960, quelle che oggi sono riconosciute come le prime Paralimpiadi della storia.
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, l’Inail ha voluto intitolare a lui l’Auditorium della sede centrale dell’Istituto a Roma. “La capacità di Antonio Maglio di dare nuove prospettive a persone all’epoca destinate ad essere escluse dalla vita deve essere di ispirazione per tutti”, ha detto il presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo durante la cerimonia a cui hanno preso parte il direttore generale dell’Istituto, Marcello Fiori, il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, la vedova di Maglio, Maria Stella Calà, e i giovani paralimpici Giada Rossi, Alberto Amodeo e Domiziana Mecenate reduci dalle vittorie riportate nelle Paralimpiadi di Parigi che ha visto l’Italia portare a casa 71 medaglie. La vedova di Maglio ha ricordato la figura schiva di Maglio, “persona sempre rivolta verso il bene, verso la comunità. Sempre accanto ai suoi atleti, che non ha mai lasciato soli non solo durante il recupero ma anche dopo, convinto che si vince solo insieme”. “Forse – ha detto l’atleta paralimpico Alberto Amodeo – nessuno di noi sarebbe andato a Parigi senza il lavoro del prof. Maglio”. “Attraverso lo sport – ha aggiunto Giada Rossi, alla sua terza paralimpiade – riusciamo a esprimere le nostre potenzialità, siamo fortunati a poter vivere la nostra normalità”.
“Maglio ha gettato un seme – ha detto il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli – ha avuto intuizioni rivoluzionarie sul ruolo della riabilitazione e nello sfruttare le Olimpiadi di Roma del 1960 per accendere i riflettori sulla disabilità con le prime Paralimpiadi. Un filo rosso lega l’Italia in bianco e nero degli anni ’50 con le immagini in alta definizione di oggi e con il futuro”. “Quello di oggi – ha concluso il direttore generale dell’Inail Marcello Fiori – è un atto d’amore che riafferma il principio ispiratore del nostri mandato: la persona al centro. Intitolare il nostro Auditorium ad Antonio Maglio è un piccolo gesto ma anche un’occasione di riflessione, di scoperta della sua figura, di richiamo al suo esempio di medico e di grande dirigente dell’Inail. L’obiettivo è recuperare la vita vera”.
L’eredità di Maglio è testimoniata anche attraverso alcuni oggetti commemorativi esposti all’interno di cinque teche posizionate nella sala di accesso all’Auditorium: dal provvedimento del 23 maggio 1957 che istituì il Centro paraplegici di Ostia, con contestuale nomina di Maglio a direttore sanitario, alle medaglie conquistate dagli atleti azzurri alle Paralimpiadi di Roma. Nella sala congressi sono invece stati allestiti due pannelli fotografici: il primo è composto da una sequenza di scatti storici che descrivono il percorso professionale del medico dell’Inail, mentre il secondo è un’immagine del 1959 che lo raffigura insieme ad alcuni atleti della squadra paralimpica italiana.