India, Gandhi non ottiene sospensione pena: opposizione nei guai
India, Gandhi non ottiene sospensione pena: opposizione nei guaiRoma, 20 apr. (askanews) – Un tribunale indiano ha dato un colpo oggi alle speranze elettorali del leader dell’opposizione Rahul Gandhi, erede della dinastia politica che ha dominato il panorama politico dell’India post-indipendenza. La corte ha respinto la richiesta di Gandhi di sospensione di una condanna per diffamazione, che potrebbe impedirgli di correre contro il primo ministro Narendra Modi.
Le elezioni politiche sono attese per il prossimo anno, ma Rahul Gandhi è stato condannato a due anni di pena per alcuni commenti che metteva alla berlina il primo ministro per il suo cognome, uguale a quello di una serie di personalità chiacchierate del panorama indiano. Gandhi non verrà arrestato, almeno fino a quando non saranno esauriti gli iter dei ricorsi che ha presentato.
L’avvocato di Gandhi, Kirit Panwala, ha detto alla BBC che il suo assistito intende presentare ricorso contro la decisione del tribunale di Surat presso l’alta corte del Gujarat. Gandhi ha perso il suo seggio in parlamento il giorno dopo la condanna, il 23 marzo, a causa di un’ordinanza della Corte Ssprema secondo la quale un parlamentare condannato per un reato a due o più anni di carcere decade con effetto immediato.
Il Partito del Congresso, formazione storica sotto la leadership della dinastia Nehru-Gandhi, ha criticato la condanna e ha accusato il partito indù Bharatiya Janata Party (BJP) di Narendra Modi di vendetta politica. Il BJP, dal canto suo, ha definito “la sentenza del tribuna di Surat uno schiaffo all’arroganza della famiglia Gandhi” per bocca del suo portavoce Sambit Patra.
Gandhi aveva presentato a inizio mese appello per chiedere la sospensione della condanna o ottenere la libertà su cauzione, e per sospendere la sua condanna in un tribunale di Surat. Il tribunale ha concesso a Gandhi la libertà su cauzione in attesa di appello. La sospensione sarebbe stata necessaria per ottenere il reintegro come parlamentare. La causa per diffamazione contro Gandhi è stata intentata dal parlamentare del BJP Purnesh Modi ed è basata sui acommenti fatti da Gandhi nello stato del Karnataka nel 2019, durante un comizio elettorale. “Perché tutti questi ladri hanno Modi come cognome? Nirav Modi, Lalit Modi, Narendra Modi…” aveva detto il leader d’opposizione. Nirav Modi è un magnate indiano dei diamanti latintante, mentre Lalit Modi è un ex capo della Lega cricket indiana, che è stato bandito a vita dal Cricket Board del paese. Purnesh Modi nella sua denuncia ha affermato che i commenti di Gandhi si configurano come una diffamazione dell’intera comunità dei Modi. Gandhi, dal canto suo, ha sostenuto di aver voluto evidenziare la piaga della corruzione e di non aver inteso offendere alcuna comunità.