Inquinamento: milanesi divisi tra disagi e necessità di cambiamento
Inquinamento: milanesi divisi tra disagi e necessità di cambiamentoMilano, 24 apr. (askanews) – Milanesi divisi tra disagi e danni di una cattiva qualità dell’ambiente e dell’aria e resistenza a superare vecchi modelli mobilità e vecchie abitudini. Insomma confusi e poco reattivi riguardo i danni diretti che l’inquinamento atmosferico produce sulla salute: solo il 9 per cento di loro effettuerebbe ora le opere di efficientamento energetico per adeguarsi alle recenti direttive UE sulle case green – uno dei tasselli della complessa strategia per la riduzione dei inquinanti e per la transizione energetica – e almeno uno su 2 è contrario alla strategia delle “Città a 30km/h” temendone più le complicazioni che puntando ai benefici.
I dati – che emergono da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sullo stato dell’arte delle città italiane in materia di sostenibilità ambientale – descrivono atteggiamenti di resistenza e oppositivi verso azioni concrete che possono portare a miglioramenti della qualità dell’aria malgrado siano sempre più alti gli allarmi sui danni diretti alla salute provocati dall’inquinamento atmosferico lanciati dall’Agenzia Europa per l’Ambiente. In due report diffusi nelle stesse ore in cui sono stati resi noti i dati del sondaggio Changes Unipol, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha infatti stimato in oltre 1.200 i minori morti in Europa vittime dell’inquinamento atmosferico; e ha ribadito che la Pianura Padana è tra le regioni europee con i più alti livelli di particolato (Pm10 e Pm2.5), ben al di sopra degli standard fissati dall’Oms e di quelli dell’Ue. Diversi i fattori alla base di questo conflitto di atteggiamento, primo tra gli altri quello relativo ai costi economici diretti da affrontare per adeguarsi alle indicazioni più virtuose. Dal sondaggio Changes Unipol, emerge per esempio che a causa delle minori agevolazioni, 1 milanese su 4 (24%) non effettuerà opere di efficientamento energetico, mentre 1 su 3 (33%) non si farà bloccare dalla novità. Altro fattore la poca consapevolezza dell’impatto sull’ambiente delle proprie abitudini e dei propri standard. Ben il 42% dei milanesi – riporta il sondaggio – ad esempio non è a conoscenza della classe di efficienza energetica della propria abitazione, a testimonianza di come sia opportuno fornire alle persone un quadro più completo e specifico dello stato del proprio edificio e dei vantaggi derivanti da attività di efficientamento green.
Eppure solo il 12% dei milanesi si dichiara soddisfatto della qualità dell’aria della città rispetto a una media del 30% a livello nazionale. Sono invece il 50% dei milanesi a non reputare buona la qualità dell’aria. Inoltre, negli ultimi due anni, si è diffusa la percezione di un peggioramento della qualità dell’aria (33%). E per quanto riguarda la quantità di aree verdi urbane: solo un milanese su quattro (27%) si dichiara molto soddisfatto. Dati che confermano una contraddizione tra atteggiamento e volontà: ci si lamenta in sostanza della cattiva qualità dell’ambiente, ma si resiste all’ipotesi di affrontare cambiamenti virtuosi. Non mancano però le buone intenzioni: tra le possibili soluzioni per migliorare la sostenibilità green delle città, più di 7 milanesi su 10 (73%) si dichiarano favorevoli a un incremento delle aree pedonali. In particolare, a Milano 1 cittadino su 3 (30%) reputa che questa soluzione possa contribuire fortemente alla riduzione di traffico e inquinamento. Tuttavia alle buone intenzioni si contrappongono le abitudini che si vogliono garantire: secondo il 62% dei milanesi – emerge dal sondaggio – la priorità in tema di mobilità deve rimanere quella di agevolare la vita dei singoli cittadini/di chi si sposta in macchina per lavoro. Per contro nonostante la maggioranza pensi alla priorità della mobilità del singolo, Milano è la città che usufruisce maggiormente dei servizi di sharing rispetto alle altre città metropolitane: scooter elettrici (13%) e monopattini elettrici (9%) in sharing i servizi che registrano gli incrementi maggiori, seguiti da bike sharing e car sharing. Insomma dinanzi alle scelte per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente i milanesi si mostrano confusi, e forse poco coerenti.