Integratori alimentari: li assumono 30 mln italiani, business da 4 miliardi
Integratori alimentari: li assumono 30 mln italiani, business da 4 miliardiMilano, 6 giu. (askanews) – Li assumono 30 milioni di italiani e rappresentano un mercato in costante crescita nel nostro Paese. Parliamo degli integratori alimentari che sempre di più entrano a far parte della routine dei nostri connazionali, a partire dai giovani, a complemento di uno stile di vita attivo e di un’alimentazione equilibrata. Ne abbiamo parlato con Germano Scarpa, presidente di Integratori e salute, associazione parte di Unionfood che rappresenta il comparto in Italia, in occasione della presentazione di un’indagine realizzata dal Future Concept Lab sul rapporto degli italiani con questi prodotti.
“Nel 2022 il mercato degli integratori in Italia valeva 4 miliardi e tenga presente che è ancora in crescita – ci ha detto Scarpa – e la crescita media negli ultimi 10 anni è stata del 9,8% è un mercato che, anche a momenti alterni, è sempre cresciuto e non ha avuto involuzioni. Il mercato europeo ne vale 17 di miliardi quindi l’Italia è veramente il protagonista, seconda la Germania, terza la Francia e quarta la Spagna”. Come ha spiegato lo stesso Scarpa, anche nell’anno funestato dall’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto degli italiani, gli integratori hanno continuato a crescere a volume, nonostante un fisiologico rialzo dei prezzi che, in Italia a differenza di altri Paesi come la Germania, mediamente si mantengono su una fascia medio-alta. I volumi fanno dunque sperare in una prospettiva di sviluppo ulteriore che, come emerge dalla ricerca, cela una rinnovata attenzione da parte degli italiani al proprio benessere basata su tre elementi:
“Dalla ricerca emerge una triade che orienterà il futuro e che è molto cresciuta in questi ultimi anni – ha spiegato Francesco Morace, sociologo e presidente di Future concept lab – è una triade che è costituita dalla salute che supera il 60% dell’adesione, ma questo non è una novità, la seconda è quella dell’ambiente la grande novità e la terza è l’alimentazione. Quindi salute ambiente e alimentazione creano una triade virtuosa che gli italiani cercano di metabolizzare nella loro vita quotidiana e gli integratori diventano dei facilitatori di questa triade del benessere”. Nell’ultimo anno, oltre il 73% degli italiani ha assunto integratori almeno una volta, e tra questi ci sono soprattutto adulti tra i 35 e i 54 anni con una leggera prevalenza femminile. Nel momento in cui scelgono di comprarli, il medico (48,4%), e subito dopo il farmacista (36,3%) sono i primi a essere consultati per un consiglio, privilegiando, nel 70% dei casi, la farmacia o la parafarmacia come luogo di acquisto. Ma quali sono le ragioni per cui si integra la propria alimentazioni con questi prodotti specifici? “Il primo elemento che supera il 30% delle adesioni è l’attenzione al sistema immunitario – ha specificato Morace – E’ chiaro che la pandemia ha portato una grande quantità di persone a considerare con grande attenzione il sistema immunitario, poi c’è la tonicità, il sonno, la memoria. La cosa che colpisce è che gli integratori diventano compagni di vita quotidiani che a seconda dei casi integrano la nostra idea di qualità della vita”.
Un’idea che si basa anche sulla fiducia nella ricerca scientifica: per il 60% degli italiani riuscirà a sviluppare ritrovati per vivere a lungo in salute e questa percentuale è trainata al rialzo dai giovani che hanno una visione pragmatica anche nelle scelte che attengono al proprio benessere. Una indicazione che sembra riflettere una certa consapevolezza sul ruolo degli integratori alimentari, che non sono farmaci e in quanto tali non curano malattie ma aiutano a mantenere in salute chi in salute lo è già. Non a caso tra le priorità del comparto, oltre alle aggregazioni, c’è la necessità di continuare a innovare per sviluppare nuovi prodotti sempre più funzionali alle esigenze dei singoli: “L’innovazione in qualsiasi settore industriale è importantissima ma in questo lo è ancora di più. Questo settore lo ha sempre fatto e probabilmente uno dei suoi grandi successi è stata l’alta capacità di innovare. Diciamo però che oggi in Europa l’innovazione è un po’ frenata da regole che andrebbero riviste proprio alla luce del fatto che noi parliamo di nutrienti e di effetto metabolico e non di sostanze attive e di effetto farmacologico – ha lamentato Scarpa – In questo momento il rischio di impresa e di innovare, senza mettere ovviamente a rischio la salute del consumatore, è frenato da alcuni balzelli burocratici che andrebbero se non altro rivisti”. Anche perchè, conclude Scarpa “in America si innova seguendo il concetto del rischio di impresa e non abbiamo segnalazioni di grandi disastri fatti dagli integratori: vuol dire che le imprese sono coscienti di fare cose senza ledere il consumatore e lì stanno correndo un po’ più dell’Europa”.