Intelligenza artificiale, regolamento Ue in dirittura d’arrivo
Intelligenza artificiale, regolamento Ue in dirittura d’arrivoBruxelles, 13 feb. (askanews) – Le commissioni competenti del Parlamento europeo (quella sulle Libertà civili e quella sul Mercato interno, riunite) hanno approvato oggi a Bruxelles a grande maggioranza (71 favorevoli, 8 contrari e 7 astenuti) il testo dell’accordo sul regolamento sull’Intelligenza artificiale (‘A.I. Act’), che era stato raggiunto a dicembre nel negoziato a tre (‘trilogo) con il Consiglio Ue e la Commissione europea. Ora manca solo l’approvazione finale della plenaria dell’Europarlamento.
‘Oggi è stata una giornata importante perché le commissioni parlamentari hanno approvato il regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale, il primo regolamento al mondo che agisce rispetto a una tecnologia in grande evoluzione, mettendo dei paletti, ha detto il relatore del Parlamento europeo Brando Benifei, capodelegazione del Pd, incontrando i giornalisti dopo il voto. ‘La decisione – ha continuato Benifei – è di procedere con gradualità, perché ci vorrà tempo per la piena entrata in vigore, ma con gradualità verranno fissate regole esigibili dai cittadini, dai consumatori, dai lavoratori, per ridurre i rischi e dare il massimo sulle opportunità’ dell’Intelligenza artificiale.
Si può leggere il regolamento, in estrema sintesi, attraverso tre pilastri fondamentali: il primo è quello dell’obbligo di riconoscibilità ádei contenuti prodotti dall’Intelligenza artificiale, per evitare i ‘deepafake’ e la disinformazione; il secondo pilastro è quello relativo alla tutela della privacy e dei dati personali; il terzo pilastro, quello forse più complesso e spinoso (anche per la resistenza degli sviluppatori), riguarda la tutela del diritto d’autore (scrittori e scenografi, giornalisti, artisti, musicisti, fotografi), in particolare nel nuovo contesto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale generativa. Le norme del regolamento avranno tempi di attuazione diversi a seconda delle diverse aree a cui si riferiscono: sei mesi per i divieti relativi alla protezione della privacy, dei dati personali e dei diritti delle persone; un anno per la parte relativa all’Intelligenza artificiale di tipo ‘fondativo’ (come Chat Gpt); e due anni per tutto il resto, con la Commissione europea che, ha detto Benifei, ‘comincerà a presentare le misure di esecuzione a partire da nove mesi dopo l’approvazione del regolamento. Realisticamente, ci vorrà almeno un anno e mezzo per completare questo lavoro. Comunque, ha sottolineato il relatore del Parlamento europeo ‘il lavoro è già in corso per l’attuazione anticipata della parte relativa all’etichettatura obbligatoria (‘water marking’) di tutti i testi, le immagini e i video prodotti con l’intelligenza artificiale. ‘Adesso è importante al più presto l’attuazione, dopo il voto finale in plenaria che sarà fra poche settimane. Anche se non potrà che essere volontaria, una ‘attuazione volontaria anticipata’.
‘E’ qualcosa – ha spiegato Benifei – su cui noi punteremo molto insieme alla Commissione europea, perché abbiamo degli appuntamenti a breve di grande rilevanza: pensiamo alle elezioni europee. Abbiamo già visto dilagare fenomeni come i ‘deepfake’, video o audio che sono falsi, e che raccontano magari azioni e posizioni non vere da parte di politici. Perciò, ha insistito, ‘vogliamo fare in modo che queste regole europee vengano applicate in anticipo, con la collaborazione delle società di sviluppo, per proteggere i cittadini, in vista delle elezioni, dalla disinformazione, dalla possibilità di rappresentare personalità politiche, candidati che dicono e fanno cose che non hanno né mai fatto né mai detto’. Questa falsificazione della realtà ‘è facile da realizzare tecnicamente, in maniera sempre più massiccia’. Perciò, ‘serve trasparenza, serve riconoscibilità’. ‘Il regolamento prevede – ha ricordato Benifei – l’etichettatura, la cosiddetta ‘filigrana digitale’, di tutti i contenuti audio, video, e testi. Ovviamente con audio e video sarà più facile, e più complesso nel caso dei testi. Lo standard tecnico, per farlo, dovrà essere sviluppato e applicato dal cosiddetto ‘Eia Office’, l’Ufficio europeo dell’Intelligenza artificiale, che è previsto dal regolamento.
‘La piena attuazione richiederà più di un anno, ma – ha osservato il relatore – sono regole che in forma più approssimativa possono essere già applicate. L’impegno nostro, dal giorno uno dopo l’approvazione, sarà quello di spingere a un’applicazione anticipata volontaria in vista delle elezioni e di altri passaggi importanti, ha insistito. ‘Abbiamo fiducia – ha indicato Benifei – sul fatto che dobbiamo difendere i nostri processi democratici dalle possibili manipolazioni. Confidiamo che gli applicatori lo faranno in anticipo, anche se in modo più approssimativo, nella prima fase. Ma sarà comunque meglio di oggi, perché oggi non c’è niente, nessun obbligo, nessuna regolamentazione. Finora, ha rilevato, ‘in tutto il mondo ci sono solo iniziative volontarie’. Avere un regolamento approvato in attesa dell’entrata in vigore, che a quel punto sarà certa, ‘è un incentivo all’anticipazione, è come mettere un timer sulla testa degli sviluppatori. ‘Aggiungo – ha proseguito Benifei – un elemento di riflessione: pochi giorni fa è stata la giornata contro il cyberbullismo. I ‘deepfake’ possono essere utilizzati anche con questa finalità di cyberbullismo, di danno alla salute mentale, in particolare dei più giovani; e dunque questo è un altro tema, oltre a quello della disinformazione di tipo politico, a cui certamente bisogna dare attenzione. Con questo regolamento metteremo appunto dei paletti e una trasparenza di cui c’è assolutamente bisogno. Tuttavia, ‘la prima tappa sarà, dopo sei mesi dall’approvazione finale in plenaria, l’entrata in vigore, in questo caso obbligatoria e non volontaria, dell’altro pilastro, quello dei divieti riguardanti la tutela della privacy e dei diritti delle persone: ‘Ad esempio, i divieti dell’uso indiscriminato delle telecamere a riconoscimento biometrico negli spazi pubblici, contro i rischi di sorveglianza di massa; e poi il divieto, molto netto nel regolamento, della ‘polizia predittiva’, per individuare le probabilità che degli individui singolarmente possano compiere dei reati. Insomma, ‘un sistema che deve indovinare che tu potresti commettere un reato’, che chiaramente ‘va contro lo stato di diritto’. ‘Queste – ha aggiunto Benifei – sono misure su cui, ad esempio, il ministro dell’interno italiano Matteo Piantedosi aveva espresso, in interviste pubbliche, la volontà di procedere a sperimentazioni avanzate, in una direzione opposta quella che il regolamento indica, cioè alla maggior tutela della privacy e dei diritti fondamentali. Dunque sarà una sfida anche per il governo, quella di rispettare pienamente queste norme, che stabiliscono un equilibrio importante tra la necessità delle forze di sicurezza di fare la propria attività di investigazione nei confronti di crimini magari molto pericolosi, crimini gravi, ma anche, dall’altra parte, la certezza per i cittadini di non essere sotto un un controllo indiscriminato, un controllo ‘che l’intelligenza artificiale può realizzare con grandissima facilità’. I reati gravi per i quali l’identificazione biometrica sarà permessa nelle indagini, dietro autorizzazione del giudice, sono elencati con precisione nel regolamento (ad esempio terrorismo, traffico illecito di esseri umani, droga, armi, organi umani, materiale nucleare, omicidi, rapimenti, stupri, crimini ambientali, crimini puniti dalla Corte penale internazionale). I divieti dell’uso dell’Intelligenza artificiale riguardano anche i sistemi di ‘punteggio sociale’ (‘social scoring’), già usati in Cina, le tecniche di riconoscimento delle emozioni sui posti di lavoro e nelle scuole, e quelle di categorizzazione biometrica basata su convinzioni religiose, politiche, filosofiche, etnia e orientamento sessuale. Il regolamento non riguarderà la sicurezza nazionale. ‘I Trattati Ue – ha ricordato ancora il relatore – prevedono che ciò che riguarda la sicurezza nazionale è di competenza degli Stati membri, e questo campo è ben delimitato dalla giurisprudenza della Corte europea di Giustizia’. Infine, il regolamento è molto importante per ‘la tutela del diritto d’autore, del copyright, su cui autori, artisti, musicisti, di tutta Europa si sono mobilitati, e hanno sostenuto il nostro lavoro, e oggi effettivamente il regolamento, ha concluso Benifei, ‘li potrà tutelare’. In questo caso, comunque, si comprende che la finalità ultima sarà la stipula di accordi tra gli sviluppatori dell’Intelligenza artificiale ed editori, giornalisti, artisti, musicisti, in modo che gli autori possano essere remunerati senza dover andare in tribunale.