Internazionalizzazione, export, Made in Italy: fare gioco di squadra
Internazionalizzazione, export, Made in Italy: fare gioco di squadraRoma, 16 feb. (askanews) – Deglobalizzazione, pandemia, guerra in Ucraina, le sfide portate dall’Asia, le transizioni, ecologica e digitale. Di fronte a questi ostacoli il sistema produttivo italiano, le eccellenze del Belpaese, il Made in Italy possono raggiungere risultati di successo dimostrando la loro resilienza e flssibilità di fronte a un mondo in continuo cambiamento, come già dimostrato nel periodo pandemico. Ma per farlo serve una strategia coordinata e pluriennale, di cui oggi alla Farnesina, gli attori del governo, delle imprese e delle associazioni datoriali e di categoria hanno discusso in occasione dell’XI riunione della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, sotto la co-presidenza del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Il sostegno delle Istituzioni alla crescita delle nostre imprese sui mercati esteri è un obiettivo centrale della politica estera dell’Italia, che intendiamo perseguire attraverso un lavoro di squadra, mettendo a sistema le competenze del pubblico e del privato. Gli obiettivi che ci siamo dati sono certamente ambiziosi ma sappiamo di poter contare sullo straordinario dinamismo delle nostre imprese, sulla loro capacità di innovare e di adattarsi con rapidità alle sfide”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo i lavori.
“Stiamo lavorando per far crescere sempre di più” l’export italiano “i dati anche di oggi sono incoragianti, ma possiamo e dobbiamo fare di più, c’è un grande mercato, che è quello dell’Italian sounding che deve essere occupato dal Made in Italy vero, se piace il finto italiano figuriamoci quanto può piacere l’Italia. Se soltanto il richiamo piace così tanto sui mercati internazionali, figuriamoci l’originale”, ha aggiunto.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in apertura della Cabina di Regia si è detto “fiducioso sulla potenzialità del Sistema Italia di affrontare il mare in tempesta della deglobalizzazione e le nuove sfide globali. I dati su export e produzione dimostrano le grandi capacità di resilienza del nostro sistema produttivo, più di altri in condizione di reagire alle mutate condizioni”.
Le aziende italiane “hanno dimostrato di avere resilienza, capacità reattiva, flessibilità e determinazione che hanno stupito i nostri partner europei nella pandemia – ha aggiunto Urso -. L’economia italiana reale e il settore produttivo hanno reagito meglio, anche orientando l’export nei mercati in crescita, di quanto abbiano fatto altre economie significative ed importanti dell’Ue”.
Alla riunione, aperta dagli interventi del vice presidente del Consiglio Tajani e dal ministro Urso, hanno preso parte il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il vice ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannio Gava, il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Tullio Ferrante, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Massimiliano Fedriga, oltre ai rappresentanti del ministero dell’Università e della Ricerca, del ministero del Turismo e del dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Hanno inoltre preso parte all’incontro i presidenti amministratori delegati degli enti pubblici del sostegno all’internazionalizzazione e i rappresentanti delle realtà maggiormente rappresentative dei settori produttivi.
“Dobbiamo essere in grado di far crescere accanto all’eccellenza manifatturiera che è all’origine della nostra eccellente performance sull’export, anche maggiori capacità in termini finanziari”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti nel suo intervento sottolineando che settori come “l’aerospazio, e la cantieristica”, “per far fronte ai nuovi rischi non di mercato che devono fronteggiare”, “giocano un ruolo determinante le politiche di sostegno alle esportazioni”.
“Dal 2021 data in cui è entrato a regime il sistema di co-assicurazione pubblica del credito all’esportazione da parte dello Stato e di Sace la disponibilità finanziaria a supporto delle nostre imprese è aumentata. Al 30 settembre 2022 il portafogglio complessivo in co-assicurazioni di operazioni export e per l’internazionalizzazione deliberati – ha ricordato Giorgetti – ammonta a circa 84 miliardi e in base al piano annuale predisposto da Sace in legge di bilancio la domanda di copertura potra crescere di ulteriori 44 mld”. E “anche gli strumenti di finanza agevolata per l’internazionalizzazione gestiti da Simest beneficiano di una dotazione significativa, pari a oltre 8 mld per finanziamenti agevolati o a fondo perduto, che si aggiungono all’ulteriore finanziamento previsto per il 2021 al Pnrr”, ha concluso.
Centrale è stato anche il tema della sovranità e delle sfide poste dall’Asia in particolare dalla Cina. “L’obiettivo di breve periodo è quello di presentarsi come sistema Italia e non più come monadi che agiscono sul piano internazionale a difesa quando va bene del comparto e quando va male della singola produzione. Il sistema Italia se si presenta insieme non ha rivali”, ha detto il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. “Il supporto che la cabina di regia potrà dare va declinata su due piani” ha continuato Lollobrigida, parlando da un lato della difesa rispetto alla concorrenza sleale sui nostri prodotti di qualità, che “va affrontata sul piano diplomatico, spiegando ai governi degli altri Paesi che contrastare l”italian sounding’ significa tutelare da un raggiro i loro cittadini”. E dall’altro, serve poi ragionare su “un’azione difensiva rispetto alle nostre aziende di produzione in difficoltà in fasi di debolezza di mercato, cercando insieme, la politica ma soprattutto il mondo delle imprese, di arginare eventuali acquisizioni estere che fanno speculazione rispetto invece all’obiettivo di mantenere agganciata al territorio una determinata produzione”.
Il vice ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, concludendo la sessione ha sottolineato che “la crescita delle imprese italiane sui mercati esteri è un obiettivo centrale del governo ma è anche una forma avanzata della nostra politica estera e va affrontato con idee innovative e nuovi strumenti per vincere le sfide che derivano dalla attuale felice congiuntura internazionale”.
“In un Paese come il nostro, che vive di export, la crescita internazionale delle imprese, innanzitutto quelle generatrici di eccellenze, è una leva di sviluppo essenziale ed è diplomazia economica”, ha aggiunto il vice ministro. “Dunque, l’obiettivo strategico per l’Italia, per la sua crescita economica, per il benessere dei suoi cittadini, è certamente quello di promuovere e tutelare il Made in Italy in tutte le sedi, accompagnando le imprese italiane a cogliere le nuove opportunità che offrono i mercati esteri”, ha concluso Cirielli.
Al termine della riunione è stato adottato un documento conclusivo redatto di concerto con tutti gli attori della Cabina di Regia, che fornisce le linee strategiche per il 2023, incluse le modalità di promozione del Made in Italy e le priorità geografiche di azione.
“Nella nuova strategia per l’internazionalizzazione del tessuto produttivo italiano che adottiamo oggi – ha indicato il ministro Tajani – rivolgiamo lo sguardo innanzitutto al nostro vicinato, con un’attenzione particolare ai Balcani, al Mediterraneo e all’Africa, per poi allargare l’orizzonte a quei mercati ricchi di opportunità per le nostre imprese, come ad esempio l’America Latina, senza trascurare i mercati maturi dove realizziamo la più grande quota delle nostre esportazioni”.
(di Daniela Mogavero)