Roma, 6 giu. (askanews) – Prezzi del cereali in calo nel primo trimestre del 2023. Prosegue anche nei primi 3 mesi dell’anno la tendenza alla flessione registrata dai prezzi all’origine per il frumento duro a fine 2022. Inoltre, le indicazioni dell’Istat sulle intenzioni di semina in Italia indicano una flessione delle superfici dell’1,6% rispetto allo scorso anno e, spiega l’Ismea nel report Agrimercati sul primo trimestre 2023, “per ottenere esiti produttivi in crescita su base annua bisogna auspicare un aumento delle rese ad ettaro che compensi almeno il calo degli investimenti”.
Per il frumento tenero, a determinare la graduale flessione dei listini è stato soprattutto l’accordo, appena prorogato di altri due mesi, che ha consentito il passaggio delle navi con produzione russa e ucraina attraverso il Mar Nero. In Italia, le indicazioni dell’Istat sono per un incremento degli investimenti del 6,2% su base annua. Sia per il frumento duro che per quello tenero le variabili di base del mercato “non prefigurano una situazione critica da giustificare vistose variazioni di prezzo della granella”. Anche il mercato del mais ha risentito della guerra tra Russia e Ucraina, visto che l’Ucraina soddisfa circa il 13% della domanda mondiale di questo cereale; ma anche in questo caso le quotazioni continuano a scendere, facendo registrare un calo congiunturale anche ad aprile 2023. A proposito del mais nazionale, “va segnalata una situazione preoccupante”, spiega Ismea: da un lato le indicazioni Istat danno le superfici in flessione del 6,2%, dall’altro, le condizioni metereologiche e climatiche non sembrano particolarmente favorevoli allo sviluppo della coltura (siccità) e anzi in alcune aree sono estremamente avverse (forti piogge e alluvioni in Emilia Romagna che ospita il 10% delle superfici dedicate alla coltura, realizzando l’8% della produzione nazionale).
Per la soia destinata all’industria mangimistica, la flessione dei prezzi a partire dalla metà del 2022 è da ricondurre alla crescita mondiale dei raccolti e delle scorte, performance che dovrebbe ripetersi anche nel 2023 per entrambe le variabili.