Jazz e Image al Colosseo, domenica lo show di Mvula Sungani ‘Espero’
Jazz e Image al Colosseo, domenica lo show di Mvula Sungani ‘Espero’Roma, 15 lug. (askanews) – Jazz& Image, nello scenario del Parco del Celio, a due passi dal Colosseo, presenta, domenica 16 luglio, il nuovo spettacolo multidisciplinare del regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani con le musiche originali del musicista e compositore Mauro Palmas. “Espero, l’astro più bello del cielo…” recita l’Iliade. Questa frase ispira bellezza, la bellezza che dev’essere ritrovata.
Ecologia, rispetto della tradizione culturale italiana e coesione sociale, sono gli aspetti su cui vuol porre l’accento l’autore italo-africano con questa nuova opera. In scena l’étoile Emanuela Bianchini e i solisti della Mvula Sungani Physical Dance per la danza, Mauro Palmas in trio per la musica live. Anteprima nazionale Festival Jazz & Image al Parco del Celio, Colosseo. La bellezza della natura, il suono del mare, il sole che al tramonto colora il cielo con intense sfumature che insieme alle ombre annunciano il crepuscolo e l’arrivo della stella più bella e più luminosa: Venere. Èspero è il nome che il pianeta assume nel momento in cui dopo il tramonto diventa visibile ad ovest, esattamente come torna visibile poco prima dell’alba ad est. Il significato intrinseco nell’opera del regista e coreografo italo-africano è quello di stimolare alla ricerca di un immaginario auspicato e possibile in cui l’individuo torni ad essere più vicino alla natura, al prossimo ed alla cultura del rispetto. La luce della stella diviene metafora di illuminazione spirituale, diventa il faro che indica la strada e che svela le chiavi con cui l’essere umano può interpretare la vita e trovare la via per trovare la bellezza e il creato. Èspero è il ricordo dei colori intensi di un tramonto, della prima volta in generale, dell’attesa della persona amata, tutte situazioni che nell’immediato possono essere considerate emozioni, ma che col passare del tempo, faranno parte della storia di una persona per diventare ricordi. La trama coreografica è basata sul flusso dei corpi, sui sentimenti e sui movimenti incalzanti che donano forma ed energia liquida e sincopata ai muscoli mentre tracciano le traiettorie della scena, in armonia con i chiaroscuri musicali delle melodie e delle ritmiche etniche. Lo spazio scenico è essenziale, muta continuamente al passo delle costruzioni di corpi perfettamente in armonia con l’ambiente sonoro e sapientemente scolpiti da luci innovative. Quadri coreografici incorniciati e scaturiti da ensemble più ampi, sono impersonali, ma al contempo appassionati, una fusione di fisicità e movimenti che prendono forma come da un lampo nello spazio. I danzatori emergendo dal nero della scena con movenze sincopate alternate alla plasticità della Physical Dance, trasformano il suono in materia. La colonna sonora originale dello spettacolo prende spunto dalla contaminazione della musica sarda e da quella mediterranea in genere. L’area è estremamente ricca di fenomeni musicali originali, alcuni dei quali affondano le proprie radici in periodi storici molto remoti e per questo motivo, i suoni di questa nuova opera, sono legati alla tradizione popolare, contaminata da strumenti moderni e dall’elettronica. Progetto, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024, curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.