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La Cina mette sotto pressione Taiwan con grandi manovre militari

La Cina mette sotto pressione Taiwan con grandi manovre militari


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Roma, 8 apr. (askanews) – Al ritorno dal suo viaggio in America, la presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha dovuto affrontare oggi una situazione particolarmente tesa, con Pechino che ha prospettato tre giorni di intense esercitazioni attorno all’isola aventi l’obiettivo specifico di fare da “serio avvertimento” contro la collusione tra le forze “separatiste” che cercano l’”indipendenza di Taiwan” e “le forze esterne (cioè gli Usa, ndr.)”, in modo fa fermare “le loro attività provocatorie”, a quanto ha detto in una nota il portavoce militare cinese Shi Yi.

Il ministero della Difesa nazionale di Taiwan ha denunciato il fatto che, nella mattinata odierna (notte in Italia), un totale di 42 aerei militari cinesi – inclusi i caccia J-10, J-11 e J-16 – hanno operato nelle vicinanze dell’isola. Ventinove di questi velivoli hanno attraversato la cosiddetta “linea mediana” dello Stretto di Taiwan o sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) al largo della costa sud-occidentale dell’isola. Sono state inoltre rilevate otto navi da guerra cinesi nell’area. “L’esercito cinese ha intenzionalmente creato tensioni nello Stretto di Taiwan, influenzando negativamente la regione. Condanniamo fermamente tali azioni irrazionali”, ha affermato in una nota il ministero della Difesa taiwanese, accusando la Cina di “minare la pace, la stabilità e la sicurezza regionali”.

Già ieri l’autorità marittima provinciale del Fujian aveva emesso un divieto di navigazione per lunedì, in vista di un “addestramento con fuoco vivo” che verrà realizzato quel giorno. Gli annunci cinesi sembrano un “deja vu”: otto mesi fa, dopo la visita a Taiwan dell’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi, Pechino mise in campo manovre senza precedenti anche con esercitazioni con fuoco vivo. In questo caso, la Cina ha promesso una ferma reazione dopo che Tsai ha effettuato un “transito” negli Usa – a New York e Los Angeles – incontrando anche il presidente della Camera dei Rappresentanti americana Kevin McCarthy.

In visita a Taipei, oggi, il presidente della commissione per gli affari esteri Usa Michael McCaul in un pranzo di lavoro con la presidente Tsai ha fatto riferimento al National Defense Authorization Act del 2023, che prevede la fornitura fino a un massimo di 10 miliardi di dollari in armi e dispositivi militari da parte degli Stati Uniti nei prossimi cinque anni. “Stiamo facendo di tutto al Congresso per accelerare la vendita e la consegna delle armi di cui hai bisogno per difenderti”, ha detto McCaul a Tsai, “Stiamo addestrando – ha continuato – i tuoi militari per la pace, non per la guerra”. Per quanto riguarda la tempistica della reazione cinese, secondo alcuni analisti, potrebbe essere stata dettata dall’esigenza di evitare di turbare l’esito della visita del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in Cina, che si è conclusa ieri.

In effetti, la questione di Taiwan è stata appena sfiorata sia negli incontri trilaterali che in quelli bilaterali tra il presidente cinese Xi Jinping e Macron. E, nella dichiarazione congiunta finale, è stata liquidata in una sola riga nella quale Parigi conferma la sua adesione al principio dell’Unica Cina. Eppure già nei giorni scorsi, nelle vicinanze dello Stretto di Taiwan era stata avvistata la portaerei cinese “Shandong”, guardata a distanza dalla portaerei americana “USS Nimitz”. Non è chiaro se questo passaggio fosse o meno legato alle manovre iniziate oggi.