La domanda di prestiti crolla ma la Bce insiste sui rialzi dei tassi
La domanda di prestiti crolla ma la Bce insiste sui rialzi dei tassiRoma, 19 mag. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno si è verificato il peggior crollo da almeno vent’anni a questa parte della domanda di prestiti da parte delle famiglie nell’eurozona, prevalentemente a riflesso del drastico aumento dei tassi operato dalla Bce. E nel suo ultimo Bollettino economico, l’istituzione di Francoforte ribadisce l’intenzione di continuare con questa stretta creditizia: “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento”, si legge.
Secondo la Bce, anche se è calata l’inflazione dell’area euro resta “troppo elevata da troppo tempo”. E i tassi di interesse “restano lo strumento principale utilizzato per definire l’orientamento di politica monetaria”, che spingendosi in senso restrittivo punta a favorire un abbassamento delle spinte inflazionistiche. La Bce ha avviato la manovra di aumento dei tassi nel luglio del 2022 e da allora li ha complessivamente aumentati di 375 punti base, ovvero 3,75 punti percentuali, con un recente rialzo da 25 punti base anche a inizio maggio. Una stretta da record nella storia dell’istituzione, contro una inflazione galoppante a sua volta a massimi storici.
E da record sono anche gli effetti che questa stretta sta avendo sul mercato del credito. Nel primo trimestre “il calo della domanda di prestiti da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie – rileva la Bce – è stata la più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003”. Il riferimento è all’ultima indagine sul credito bancario condotta dalla stessa istituzione. Le banche coinvolte “hanno segnalato che il livello generale dei tassi di interesse è stato il principale fattore alla base” del crollo. “La contrazione della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è confermata significativa ed è stata principalmente trainata dall’aumento dei tassi di interesse, dall’indebolimento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali – si legge – e dal basso clima di fiducia dei consumatori”.
La contrazione non è ancora finita, dato che per il secondo trimestre “le banche si attendono un’ulteriore, ma più contenuta, flessione (netta) della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie”. Il tutto mentre gli istituzti di credito stanno a loro volta stringendo i criteri per la concessione dei prestiti. “In prospettiva storica”, rileva ancora la Bce, il ritmo di questa stretta sul credito alle imprese “si è confermato il più intenso mai registrato dalla crisi del debito sovrano dell’area dell’euro nel 2011”.