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La famiglia Schumacher fa causa per un’intervista inventata con l’AI

| Redazione StudioNews |

La famiglia Schumacher fa causa per un’intervista inventata con l’AIRoma, 20 apr. (askanews) – La famiglia Schumacher ha deciso di fare causa alla rivista tedesca Die Aktuelle a seguito della pubblicazione di un’intervista fatta passare per scoop mondiale ma in realtà realizzata con l’intelligenza artificiale. L’articolo era stato presentato come fosse “la prima intervista” (scritto a caratteri cubitali) dell’ex pilota, aggiungendo perfino “sensazione mondiale”, per attirare ancora di più i lettori. Solo con una scritta molto più piccola si precisava poi che “le risposte sembrano vere”.

La famiglia di Schumacher, 54 anni, protegge gelosamente la privacy dell’ex campione che non si è più visto in pubblico dall’incidente del 2013 sulle nevi delle alpi francesi. Da allora non è filtrata quasi nessuna informazione sul suo stato di salute. Il campione di maggior successo nella storia della Formula 1, con sette titoli, a pari merito con Lewis Hamilton che gli succedette alla Mercedes, aveva lasciato l’ospedale sei mesi dopo l’incidente ed era stato ricoverato alla villa Swiss dalla sua famiglia a Gland (canton Vaud). Era ancora lì alla fine del 2021 quando un documentario Netflix è andato in onda con grande clamore. “Ciò che è privato è privato, come diceva sempre”, ha detto sua moglie, Corinna Schumacher, in questo documentario. “Michael ci ha sempre protetti e ora stiamo proteggendo Michael”. Il loro figlio 24enne Mick, anche lui pilota di F1, è attualmente un pilota di riserva alla Mercedes, la squadra con cui suo padre ha concluso la sua carriera nell’ottobre 2012. All’interno del magazine si legge perfino il titolo “la mia vita dopo l’incidente è cambiata”. Addirittura nel botta e risposta vengono poste domande come “segue la carriera dei suoi figli” e “tornerà a mostrarsi in pubblico”, alle quali seguono altri virgolettati generati dall’intelligenza artificiale ma attribuiti. Molti media tedeschi si sono detti offesi dal modo di lavorare del magazine, affermando che svilisca il senso stesso del giornalismo. Anche sui social l’articolo è stato accolto con imbarazzo e fastidio.