La Lega difende il Veneto: non è utile cambiare, anche per Meloni
La Lega difende il Veneto: non è utile cambiare, anche per MeloniMilano, 16 gen. (askanews) – Un invito a Giorgia Meloni, perchè rispetti gli alleati e il legame particolare della Lega con i territori del Nord. Ribadendo che “squadra che vince non si cambia”. Il consiglio federale leghista fa quadrato sulla richiesta di mantenere la guida del Veneto ma per ora rimette nella fondina la pistola estratta l’altro ieri da Luca Zaia: la corsa solitaria del Carroccio in Veneto resta solo sullo sfondo, e la riunione dello stato maggiore leghista si limita a sottolineare l’importanza di una logica di coalizione nella spartizione delle candidature.
Concetti chiariti da Matteo Salvini, che in serata ospite di Bruno Vespa assicura che la Lega non strapperà: “No, in questi due anni la Lega è stata assolutamente leale in ogni votazione nei confronti del governo e la stabilità del governo italiano è un patrimonio che l’Europa ci invidia e che ci premia economicamente. Quindi non si mette assolutamente in discussione un governo che arriverà a tutti e 5 gli anni”. E dunque, “se il buon governo della Lega e di Zaia in Veneto da anni è riconosciuto a livello internazionale, metterlo in discussione per equilibri politici e scelte romane non mi sembrerebbe utile. Sono sicuro che con gli alleati troveremo una quadra come abbiamo sempre trovato e sono sicuro che nessuno voglia mettere in discussione uno dei governi più virtuosi d’Europa per mettere una bandierina da qualche parte”, rassicura il segretario leghista. Seguendo la linea indicata dal consiglio federale che vede Luca Zaia collegato dal Veneto e Salvini a Roma, tutti raccontano di un clima “sereno”, e del resto la riunione si svolge “come era normale si svolgesse”: il governatore, raccontano, ha ribadito i concetti espressi da settimane, sulla necessità di rispettare le indicazioni del territorio e rimarcando quanto la questione Veneto sia identitaria per il Carroccio. Trovando la “totale sintonia” di Salvini e la condivisione dell’unanimità del Consiglio Federale. Che attraverso le parole del capogruppo in Senato Massimiliano Romeo manda un messaggio alla premier: “È interesse della Meloni trovare una soluzione soddisfacente che faccia sì che gli alleati leali e collaborativi alla fine siano soddisfatti”, dice all’uscita dal federale, sottolineando “l’unanimità” registrata nell’organismo direttivo del Carroccio, “partito del territorio che si vuole tenere le regioni dove esprime un buon governo”.
Resta ancora da capire quale sarà il punto di caduta, ma per farlo bisognerà aspettare ancora diversi passaggi. Intanto la sentenza della Consulta sul caso Campania, che potrebbe in ipotesi addirittura riaprire la possibilità del terzo mandato. Che la Lega continua a dire di volere ricercare anche per via politica: “Sappiamo che è difficille convincere gli alleati, ma continueremo a provarci. Spiegando che non ha senso rischiare di mettere in crisi il centrodestra sul Veneto quando aprendo al terzo mandato manderemmo in crisi il centrosinistra in Campania…”. Un obiettivo per il quale la Lega prova ad avere a disposizione anche più tempo: perchè un’altra richiesta del federale è la previsione di fissare tutti gli anni un election day in primavera. Ipotesi che comporterebbe nell’immediato lo slittamento al 2026 delle elezioni regionali del Veneto e di altre 4 regioni: Campania, Puglia, Marche, Toscana.