Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

La Marca (Pd): riacquisto della cittadinanza questione numero uno

La Marca (Pd): riacquisto della cittadinanza questione numero unoRoma, 12 mag. (askanews) – La riforma costituzionale che ha diminuito il numero dei deputati e dei senatori ha inciso anche sul numero degli eletti all’estero, che però hanno la rappresentanza di elettori disseminati su enormi territori. A circa sette mesi dall’inizio della legislatura, abbiamo chiesto a Francesca La Marca, senatrice del Pd eletta nella ripartizione dell’America settentrionale e centrale, di fare il punto sul rapporto fra parlamentari e comunità di italiani all’estero. “In quindici anni di rappresentanza estera in Parlamento – ha sottolineato – il numero degli iscritti all’Aire è raddoppiato: da tre milioni a circa sei milioni. Nella mia ripartizione, che va dal Canada fino a Panama sono oltre 500mila gli italiani residenti. E il numero aumenta ogni anno”.

“Il territorio della mia ripartizione – ha aggiunto l’esponente democratica – è un continente e mezzo, non ci posso andare ogni fine settimana. Ci vado fisicamente una volta al mese, in linea di massima. Ora sono stata in Centro America e in Canada, andrò in Florida per la festa della Repubblica, e anche in Canada. Mi organizzo con la mailing list, che è utilissima, mandiamo comunicati due o tre volte a settimana per aggiornare l’elettorato sulla mia attività parlamentare, poi ovviamente usiamo i social network, Facebook, Linkedin, Twitter, ho anche un sito. Poi facciamo interviste, in radio, tv locali, riunioni con i Comites, via Zoom quando non posso esserci fisicamente. Quindi un mix di presenza e digitale”. D. Quali sono le principali richieste che i connazionali sottopongono ai loro rappresentanti in Parlamento?

R. Abbiamo tematiche che ci accomunano come italiani nel mondo, oltre sei milioni come dicevamo, per non parlare degli italodiscendenti. Però è altrettanto evidente che quasi ogni circoscrizione consolare ha le proprie esigenze: se penso al mio territorio, chiaramente quello che mi chiedono a Città del Messico è diverso da quello che mi chiedono gli italiani a Vancouver, che a sua volta è diverso da quello che mi chiedono a New York… ogni comunità ha le proprie esigenze. Ma se dovessi riassumere: la questione numero uno, per quanto mi riguarda, è il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa. Sappiamo che con lo ius sanguinis persone di terza, quarta, addirittura quinta generazione riescono ad ottenerla ma la cosa che mi preme di più è la situazione di chi ha dovuto naturalizzarsi (nel Paese di residenza, ndr) decenni o anni addietro, perdendo la cittadinanza italiana. Quindi, riacquisto per chi l’ha persa. E’ una cosa molto sentita, ogni settimana arrivano mail su questo tema e io continuerò a battermi su questo. D. Quali sono le altre tematiche sui quali si concentra la sua attività di parlamentare eletta all’estero?

R. Innanzitutto la rete consolare, i servizi consolari che per quanto mi riguarda sono carenti. C’è obiettivamente una mancanza di personale, è un tema che porterò all’attenzione del ministro Tajani, tanto già sa che lo farò. Io spessissimo lavoro su questo e stiamo preparando una nuova interrogazione sul tema: servizi consolari e servizi ai connazionali. Poi c’è il tema di lingua e cultura: alcuni anni fa è stata cambiata la circolare, quindi per attingere ai fondi ministeriali gli enti gestori, i promotori di lingua e cultura all’estero fanno più fatica ad accedere ai finanziamenti. Questo è un problema molto grave perché ovviamente mette in difficoltà la promozione, hanno dovuto tagliare l’insegnamento dell’italiano. E’ grave perché si insegna non solo ai discendenti degli italiani ma anche a persone di altra cultura, che ora non studiano italiano in Canada, Stati Uniti, eccetera. D. Sostanzialmente problemi di finanziamento, più che di norme legislative. Quindi di scelte, di attenzione dei governi italiani sul questi problemi?

R. Questo è. Assolutamente sì. E’ il problema – ha ribadito La Marca – di come poter attingere al finanziamento per fare queste attività di promozione, ad esempio per scuole: e parliamo di quelle accreditate, sia chiaro. Un altro tipo di problemi dei quali ci troviamo a occuparci come eletti all’estero sono quelli previdenziali: ci sono tanti pensionati che risiedono all’estero cui spetta la pensione italiana. Quindi si lavora stando in stretto contatto con i patronati, che hanno altri problemi che cerchiamo di risolvere lavorando a stretto contatto con l’Inps. D. Lei attualmente fa parte di un gruppo di opposizione, ma non è alla sua prima esperienza parlamentare. Dal suo punto di vista, qual è stato l’approccio dei diversi governi agli interessi e alle istanze dei connazionali che vivono all’estero?

R. In linea di massima, destra, sinistra o centro, tutti i governi hanno avuto, chi più chi meno, una disattenzione nei confronti degli italiani nel mondo. Questa cosa è certa e non ho problemi a dirlo. Detto ciò, nei governi Renzi e Gentiloni c’è stata una maggiore attenzione nei confronti degli italiani all’estero, tant’è che aumentarono il fondo per la promozione della lingua e della cultura italiana e per i Comites e il Cgie. Questo governo continua a riempirsi la bocca con la promozione dell’italianità nel mondo, il Made in Italy e invece abbiamo visto che hanno tagliato la dotazione ai Comites e al Cgie. Abbiamo visto tagli drastici, non solo una disattenzione ma una mancanza di rispetto nei confronti degli italiani all’estero. Mi aspettavo una attenzione maggiore, un rispetto maggiore per gli italiani all’estero e non è affatto andata così.