Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

La pittura come ritratto femminile: Attasit Pokpong a Lugano

| Redazione StudioNews |

La pittura come ritratto femminile: Attasit Pokpong a Lugano


<br /> </head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>La pittura come ritratto femminile: Attasit Pokpong a Lugano




















Lugano, 10 apr. (askanews) – Volti di donna che rimandano, come prima sensazione, all’estetica pop, ma che poi, osservati più da vicino, svelano una pluralità di riferimenti e di sensazioni, oltre che una significativa forza pittorica. Siamo nella mostra “The Presence”, che il Museo delle culture di Lugano dedica ad Attasit Pokpong. Tra i curatori c’è Paolo Maiullari, responsabile della ricerca e delle attività espositive del Musec: “Attasit Pokpong – ha detto ad askanews – è considerato uno dei maggiori artisti contemporanei thailandesi, nasce a Bangkok nel 1977 e dal 1999 inizia la sua carriera di professionista, esponendo in Thailandia e poi dal 2009 partecipando con delle personali a delle esposizioni internazionali in Asia, in Europa e negli Stati Uniti”.

In mostra l’artista ha portato 14 nuove opere realizzate espressamente per l’esposizione in Svizzera, e il centro della sua ricerca è il volto femminile, soggetto su cui lavora ormai da 15 anni. “È quello che secondo lui – ha aggiunto Maiullari – gli permette di esprimere al massimo la sua ricerca e le sue emozioni attraverso la pittura”. I dipinti di Pokpong sono ricchi, molto curati, accattivanti, ma anche inseriti in un contesto sociale legato all’Asia, come ci ha spiegato Nora Segreto, ricercatrice del Musec, e co-curatrice della mostra. “Attraverso il colore – ha detto – Pokpong manifesta una propria personale ricerca sull’arte, sulla cultura e sulla società thailandese, poiché il colore assume il valore di un codice che riflette elementi e simboli della società thailandese contemporanea, ma anche del mondo globalizzato”.

Un’altra forma della presenza evocata dal titolo della mostra è legato al fatto che, per cogliere la qualità pittorica del lavoro dell’artista, lo spettatore è invitato a vedere di persona i dipinti, ad avvicinarsi fisicamente alla sua pittura. “Nessuna riproduzione – ha aggiunto Nora Segreto – è capace di restituire la complessità dei dettagli della tecnica e del lavoro di Attasit Pokpong”. La mostra, che inaugura il progetto Global Aesthetics del Musec, dedicato alla relazione tra l’arte e il contesto ideologico e culturale nel quale si muove, resta aperta a Lugano fino all’11 giugno.