La sorella di Kim Jong Un: rilanceremo satellite-spia e funzionerà
La sorella di Kim Jong Un: rilanceremo satellite-spia e funzioneràRoma, 1 giu. (askanews) – Kim Yo Jong, la potente sorella di Kim Jong Un, ha avvertito oggi gli Stati uniti che la Corea del Nord insisterà nel suo tentativo di mandare in orbita un satellite-spia e “non rimarrà a guardare” se verrà fatto qualcosa per impedirlo.
Ieri il lancio di un satellite di ricognizione militare da parte di Pyongyang è fallito per un malfunzionamento del vettore. In una rara ammissione, è stato lo stesso governo nordcoreano ad ammettere il flop. In una nota stampa, Kim Yo Jong ha sostenuto essere “certo che il satellite da ricognizione militare della Corea del Nord sarà correttamente messo in orbita nel prossimo futuro e inizierà la sua missione”. E ha aggiunto: “Nessuno può negare il diritto sovrano della Repubblica democratica popolare di Corea a lanciare i suoi satelliti”.
Kim Yo Jong è indicata come vicedirettrice del dipartimento per il Comitato centrale del partito dei lavoratori di Corea. E’ considerata una personalità piuttosto influente nel cerchio magico del leader Kim Jong Un, con cui è cresciuta e ha anche fatto l’esperienza del collegio in Svizzera. Si è distinta negli ultimi anni per la retorica molto affilata nei confronti degli Stati uniti. Anche in questa dichiarazione ha accusato Washington di “inveterata ostilità nei confronti della Corea del Nord” e di “intensificare ulteriormente la tensione, destabilizzando la situazione della sicurezza nella regione” dell’Asia orientale.
La sorella di Kim Jong Un ha definito “logica da gangster” quella applicata dagli Usa anche nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha vietato alla Corea del Nord i lanci di missili balistici, anche quando collegati al programma spaziale. Ma gli Usa, ha detto ancora Kim Yo Jong, “non dovrebbero più illudersi né essere troppo sicuri di sé stessi: nessuno ha conferito loro l’autorità di contestare il diritto sovrano di un altro stato”. Su questa base, ha detto ancora Kim, “non abbiamo nulla su cui dialogare, né sentiamo la necessità di dialogare” con gli Stati uniti e i loro “tirapiedi”. E, invece, ha detto ancora: “Siamo pronti ad agire in qualsiasi modo per difendere i nostri diritti e interessi sovrani”.