
Lactalis Italia: con dazi Usa rallentamento soprattutto per formaggi duri
Lactalis Italia: con dazi Usa rallentamento soprattutto per formaggi duriMilano, 7 apr. (askanews) – Lactalis Italia, parte del gruppo lattiero caseario francese che conta brand come Galbani, Parmalat e Vallelata, prevede un rallentamento nelle esportazioni soprattutto per i formaggi duri verso gli Stati Uniti dopo i dazi introdotti da Trump. “La situazione è chiara: da oggi i formaggi duri saranno soggetti a un dazio complessivo del 35%, sommando il 15% già esistente a un ulteriore 20%, mentre la mozzarella affronterà un dazio totale del 30% – dichiara Mauro Frantellizzi, direttore di Lactalis Italia Export – Un incremento significativo, che rischia di frenare una crescita finora molto positiva. Basti pensare che il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano hanno chiuso il 2024 negli Stati Uniti con quasi 20 mila tonnellate esportate, segnando un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. Con questi nuovi dazi, prevediamo un rallentamento, soprattutto per i formaggi duri, e questo ci preoccupa molto”.
L’introduzione dei dazi, spiega Frantellizi “porterà a un aumento del prezzo al consumatore, con possibili ripercussioni sulle vendite e dunque, in questo scenario, diventa ancora più fondamentale fare sistema tra produttori, istituzioni e aziende per difendere il made in Italy e rivolgersi a mercati emergenti”. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più strategici per Lactalis Italia, che vi esporta il 6% del totale dei propri formaggi, con una quota che sale al 10% per Parmigiano Reggiano. Attualmente le esportazioni rappresentano oltre il 40% della propria produzione raggiungendo mercati come Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti, e ampliando la propria rete in Asia e America Latina. Con una quota del 16% dell’export caseario nazionale e oltre 106.000 tonnellate di formaggi distribuiti in 112 Paesi per un fatturato di oltre 700 milioni di euro, il gruppo, grazie alle divisioni Ambrosi e Castelli, produce anche le Dop più vendute come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala, in 12 siti produttivi interamente dedicati. A livello di comparto, il 2024 ha segnato un record storico per l’export caseario italiano, con oltre 658.000 tonnellate esportate (+10,7% vs 2023) e un valore che supera i 5,4 miliardi di euro.
Per il 2025, nonostante il contesto, l’azienda conferma gli investimenti con un piano che ammonta a oltre 68 milioni di euro. In particolare un focus centrale della strategia aziendale riguarda la crescita di Ambrosi e Castelli. Queste due eccellenze del settore caseario, entrate a far parte del gruppo negli ultimi anni, sono protagoniste di un percorso di sviluppo internazionale. “Nel 2025 investiremo 15 milioni di euro negli stabilimenti di Ambrosi e Castelli per continuare a valorizzare la tradizione casearia in strutture sempre più moderne e all’avanguardia – dichiara Michele Fochi, general manager di Ambrosi e Nuova Castelli. – Il nostro impegno è garantire che i formaggi italiani preservino la loro qualità e autenticità. Per questo, continuiamo a investire nella filiera, nell’innovazione e nelle strategie di sviluppo, e anche e soprattutto sulle persone e sui casari, perché la manualità, esperienza e competenza si possano tramandare nel tempo. Solo così possiamo tutelare il prestigio del made in Italy e affrontare con successo le sfide del mercato”.