Lactalis Italia, Pomella: prezzi spingono fatturato 2023 ma volumi in calo
Lactalis Italia, Pomella: prezzi spingono fatturato 2023 ma volumi in caloMilano, 1 dic. (askanews) – Il fatturato 2023 di Lactalis in Italia “sarà in leggera crescita rispetto allo scorso anno fondamentalmente per effetto dell’inflazione sui prezzi, invece i volumi sono stati leggermente negativi in base ai mercati, arretrati tra 1 punto e 2 punti a seconda che si parli di formaggio o latte”. A dirlo l’amministratore delegato di Lactalis Italia, Giovanni Pomella, in occasione di un incontro con la stampa a Milano. Il 2022 per Latalis in Italia, che conta sei unità di business tra cui Galbani formaggi e salumi, Parmalat, Leerdammer, Catelli e da ultimo Ambrosi, si era chiuso con un fatturato pari a 2,9 miliardi di euro.
“Complessivamente quest’anno un migliore bilanciamento dei prezzi e dei costi dovrebbe permettere un riequilibrio progressivo del risultato dal punto di vista economico” argomenta l’ad, dopo l’erosione dei margini dello scorso anno quando “i prezzi sono aumentati in modo progressivo e in realtà gli aumenti a regime sono arrivati solo alla fine dell’anno”. Una fetta importante del risultato di Lactalis in Italia è rappresentata dell’export che riguarda “il 40% del prodotto fatto in Italia”. Un pilastro per la crescita dal momento che “il consumo interno è stabile o in leggero calo, con una prospettiva complicata dal declino demografico, per cui quando pensiamo alle filiere agricole guardiamo all’estero per avere filiere in crescita”. A tal proposito Pomella sottolinea che “le esportazioni crescono tutti gli anni: l’export dei formaggi italiani è cresciuto più del 30% negli ultimi 4-5 anni quindi è un driver molto importante per il settore e per noi”. “Noi stiamo mettendo insieme tutte le varie anime delle nostre attività italiane in modo da avere una migliore focalizzazione e una migliore proposta verso l’estero – aggiunge – con l’obiettivo di continuare a crescere non solo coi formaggi generici ma anche sulla parte delle Dop”.
Per quanto riguarda invece il 2024 “in termini di consumi sarà un inizio di anno non facile perché abbiamo sicuramente superato la fase di inflazione acuta che ha caratterizzato il 2022 con un rientro progressivo degli aumenti soprattutto legati all’energia. Questo, unito al fatto che, con i rinnovi contrattuali in corso dovrebbero aiutare potere di acquisto dei consumatori, il panorama di fondo dovrebbe stabilizzarsi ma – avverte – resta un tema molto importante quello del costo del denaro. Questo avrà un impatto importante sulle famiglie e potrebbe condizionare nel corso del 2024 la ripresa dei consumi”. Quanto all’iniziativa del governo del carrello anti-inflazione, che si chiuderà a fine mese e a cui ha aderito anche Lactalis, Pomella ha ribadito il suo apprezzamento: “In un momento difficile era uno sforzo necessario per cercare di ridare un po’ di spazio al consumo e aiutare i consumatori in una fase complicata al rientro dalle vacanze: i mesi di settembre e ottobre sono sempre difficili e complicati. Credo sia stata una iniziativa positiva”, ha concluso.