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Lavazza: nel 2024 consumi resteranno deboli, prezzi caffè ancora alti

Lavazza: nel 2024 consumi resteranno deboli, prezzi caffè ancora altiMilano, 3 lug. (askanews) – Il prezzo del caffè continua a mantenersi alto all’origine e questo costringe i trasformatori come Lavazza a mettere in conto un altro anno, il 2024, con consumi ancora deboli. “I consumi già l’anno scorso, a seguito degli adeguamenti dei valori, hanno iniziato a calare perchè c’è un’elasticità quindi è probabile che anche nel 2024 continueranno a essere deboli, sicuramente non cresceranno. Questo è nel meccanismo della domanda e dell’offerta: quando il prezzo che è molto alto i consumi scendono”, ha spiegato il presidente del gruppo torinese, Giuseppe Lavazza, a margine dell’assemblea Upa a Milano.



Lavazza ha confermato che i prezzi della materia prima “sono molto alti e resteranno ancora molto alti almeno fino alla fine dell’anno, se non dovesse cambiare qualcosa addirittura in peggio, cosa che può sempre capitare”. Del resto il comparto è in balia dell’andamento climatico. “Siamo alle soglie dell’inverno brasiliano che è sempre un po’ uno sparti acque. Siamo sempre legati a degli eventi climatici e all’andamento della produzione all’origine. In questo momento insieme al cacao, il caffè è una delle materie prime su cui si stanno rilevando le maggiori tensioni da un punto di vista proprio del prezzo, in controtendenza rispetto a tanti altri prodotti alimentari dove invece abbiamo visto che fortunatamente il prezzo della materia prima sta iniziando a scendere”. Parliamo di “un fenomeno su larga scala perchè il caffè è un prodotto globale. I maggiori player sono dei player globali e quindi è un fenomeno che si registra in tutti i maggiori Paesi consumatori”. L’impennata dei prezzi della materia prima ha generato una contrazione dei margini. “Già l’anno scorso si sono molto erosi perché molti hanno compensato la crescita dei costi riducendo i margini per rimanere molto competitivi e quindi gli effetti sono molteplici – ha spiegato – Nelle politiche dell’azienda si riducono i margini, si cerca di contenere l’aumento dei prezzi, di non rinunciare agli investimenti, si difendono i livelli occupazionali e si cerca di fare una gestione attenta dei costi. Insomma, sono periodi in cui tutti tirano un po’ la cinghia”.


In generale per il gruppo del caffè il canale retail “è ancora prevalente, però c’è da dire che l’out of home sta crescendo in tutte le varie sfaccettature, dopo la grande crisi col Covid. Non dimentichiamo che è un mercato che è sparito e poi è ricomparso. Anche il mercato del caffè negli uffici sta riprendendo ovviamente anche lì sono cambiate le abitudini c’è lo smart working, c’è meno gente però questo non significa che le persone non consumino caffè mentre lavorano. L’out of home per quanto riguarda bar, ristoranti, alberghi è ritornato a livello del 2019 mentre invece negli uffici rimane ancora leggermente più basso rispetto ma è in crescita”. Al momento Lavazza non ha in programma ulteriori acquisizioni per una crescita esterna. “Ne abbiamo fatte, siamo cresciuti abbiamo investito più di un miliardo e mezzo. In dodici anni da un miliardo di fatturato siamo passati a più di tre miliardi, con un 70% ormai che arriva dall’estero, un 30% in Italia dove comunque l’azienda continua a crescere, a svilupparsi”. Grazie a queste operazioni “non siamo più un’azienda monomarchio, ci siamo evoluti in modo molto importante. Abbiamo acquistato in Francia un’azienda, MaxiCoffee, leader nell’e-commerce, con un’ottima piattaforma per entrare in maniera significativa anche all’interno di questo canale che anche nel caffè sta andando bene, negli Stati Uniti per esempio sta crescendo molto”.


Sul fronte estero, “la Cina rappresenta un investimento importante col nostro partner Yum China Holdings con cui abbiamo fatto una joint venture con l’obiettivo di creare una catena di coffee shop di circa mille punti vendita da qua al 2028. E’ un Paese che teniamo sotto osservazione, su cui stiamo investendo e crescendo con un partner molto buono”.