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Le proposte di Banca Etica ai candidati al Parlamento Europeo

Le proposte di Banca Etica ai candidati al Parlamento EuropeoMilano, 29 apr. (askanews) – Pace, tutela dell’ambiente e crescita dell’economia sociale: su queste tre tematiche fondamentali per il futuro dell’Europa, il gruppo Banca Etica propone a tutte le persone che si candidano ad alle elezioni per il Parlamento Europeo un confronto e un impegno concreto partendo da una serie di proposte legislative che puntino a risultati concreti incidendo sul sistema finanziario.



Ecco le proposte avanzate dal Gruppo Banca Etica Finanza per la pace – Il Gruppo Banca Etica che gli investimenti in armi siano esclusi da qualsiasi definizione di finanza sostenibile, contrariamente a quanto affermato di recente dai ministri della difesa dell’Unione. Viene quindi chiesto al prossimo Parlamento Europeo di varare una norma comunitaria che imponga alle banche e alle istituzioni finanziarie trasparenza sui loro affari con il commercio di armamenti. I cittadini e i risparmiatori così come le istituzioni devono sapere se la propria banca utilizza il loro denaro per finanziare commerci di armi non sempre trasparenti. Anche una seria azione di contrasto ai paradisi fiscali andrebbe nella direzione di limitare le operazioni finanziarie meno chiare a supporto delle forniture di armi, oltre a reperire risorse per le politiche pubbliche più urgenti di cui l’Unione ha bisogno. A tal riguardo viene ricordato che nel frattempo, in Italia il governo “ha deciso di smantellare la legge 185 del 1990 che regolamenta l’export di armi italiane nel mondo: se le modifiche saranno approvate i cittadini e il Parlamento non avranno più accesso alle informazioni sulle esportazioni di armi e su quali banche finanziano con profitto tali operazioni”, denuncia Banca Etica Finanza per l’ambiente – Viene chiesto di rendicontare acnhe gli impatti avversi all’ambiente; e di prevedere percorsi vincolanti per chi si voglia dichiarare “net zero”. Molti studi – viene argomentato – hanno infatti messo in luce dilaganti fenomeni di greenwashing da parte di istituzioni finanziarie che a parole dichiarano impegni verso la sostenibilità, ma continuano a finanziare massicciamente le fonti fossili. Per esempio, i maggiori 60 gruppi bancari – spesso gli stessi in prima fila nel magnificare la propria “sostenibilità” – hanno fornito cinquemila cinquecento miliardi di dollari all’industria dei combustibili fossili negli ultimi sette anni,. In particolare si chiede che ogni prodotto finanziario fornisca anche informazioni sui propri impatti negativi (ggi i fondi che non si dichiarano sostenibili invece non devono rendicontare nulla). E ancora si chiede di definire criteri stringenti e trasparenti, con obiettivi e tappe verificabili, per chi voglia intraprendere un percorso verso le zero emissioni nette per contrastare le pratiche fittizie oggi possibili.


Finanza per l’economia sociale e la lotta alle diseguaglianze – Stop alla penalizzazione nell’accesso al credito per le imprese sociali. In particolare, il gruppo Banca Etica propone di cambiare i requisiti di assorbimento patrimoniale: molte realtà dell’economia sociale sono ingiustamente classificate in automatico come ad alto rischio e per questo sottoposte a un assorbimento di capitale del 100%. Il mondo dell’economia sociale ha dimostrato una solidità e resilienza pari se non superiore rispetto a quella degli altri settori economici “convenzionali”. Quindi non si riscontrano nei fatti ragioni tecniche che giustifichino tale penalizzazione. L’introduzione di un social supporting factor che riduca l’assorbimento di capitale per le realtà dell’economia sociale costituirebbe uno strumento fondamentale