Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tiene
Le stime dell’Ue per l’Italia: scende l’inflazione, crescita lenta ma aumentano i salari e il lavoro tieneBruxelles, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea stima, nelle sue previsioni economiche d’inverno pubblicate oggi a Bruxelles, che il Pil reale dell’Italia sia aumentato dello 0,6% nel 2023, leggermente al di sotto di quanto prospettavano le ultime previsioni economiche Ue dell’autunno 2023. Secondo la Commissione, questo è dipeso dal fatto che si sono verificati “una moderazione dei consumi privati un notevole rallentamento degli investimenti, a causa dell’aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d’imposta per la ristrutturazione delle abitazioni” con il Superbonus.
Comunque, “dopo essere diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, il Pil è aumentato nel terzo e nel quarto trimestre, fornendo un effetto marginale positivo nel 2024”, rileva la Commissione. Si prevede che l’economia “continui a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente”. La Commissione prevede anche una ripresa degli investimenti, guidata dai progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr, che dovrebbero “compensare la frenata derivante dalla minore spesa per l’attività edilizia”. Il Pil annuale per il 2024 è previsto in crescita dello 0,7% in termini reali, leggermente inferiore a quanto era stato stimato con le previsioni economiche d’autunno. Gli investimenti dovrebbero “accelerare nel 2025″, man mano che aumenterà il ritmo di attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese”. Queste ultime, secondo la Commissione, “si prevede che trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie”. “Questa impennata della spesa in conto capitale” da parte delle imprese “è destinata a tradursi in una più forte crescita delle importazioni, più delle esportazioni, per le quali si prospetta un moderato miglioramento”. Nel complesso, si prevede che il Pil reale aumenterà dell’1,2% nel 2025, invariato rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno.
L’inflazione misurata come Indice dei prezzi al consumo (Iapc) “è diminuita costantemente lo scorso anno rispetto al picco del 2022, spinta dal rapido calo dei prezzi dell’energia che si è gradualmente trasferito agli altri beni, ma anche dagli aumenti limitati dell’inflazione nel settore dei servizi”. Nel quarto trimestre del 2023, l’inflazione è scesa all’1% su base annua ed è rimasta al di sotto dell’1% a gennaio. “Gli aumenti salariali moderati hanno finora contribuito a tenerla sotto controllo”, rileva la Commissione. Con il graduale rinnovo dei principali contratti collettivi di lavoro, la Commissione si aspetta “che i lavoratori recuperino le perdite di potere d’acquisto” degli anni scorsi. L’inflazione (come Indice dei prezzi al consumo) è prevista al 2,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, e questo, insiste l’Esecutivo comunitario, “sulla scia di una prevista ripresa dei salari, guidata dal settore pubblico”. Rispetto a quanto stimavano le previsioni d’autunno, il dato dell’inflazione viene rivisto al ribasso per il 2024, ma rimane invariato per il 2025.